Crema, 19 agosto 2023
A proposito del pitbull che ha morso i due volontari nel canile di Vaiano Cremasco.
Caro direttore,
scusa ma ti devo per forza fare un appello, ti scrivo da lettore aldilà che come educatore cinofilo, non è possibile leggere tutti questi articoli riguardanti il pitbull che ha attaccato i due volontari del canile di Vaiano; non conosco la struttura ne le dinamiche, ma sono educatore volontario in un’altra struttura che frequento giornalmente. A riguardo leggo solo articoli dai titoli sensazionalistici acchiappa like e acchiappa commenti che poco hanno a che vedere con i fatti reali successi, spesso che non hanno nulla a che fare con il corpo dell’articolo stesso. Ripeto, nello specifico non conosco i fatti, ma so per certo che chi ne fa le spese di tutta questa superficialità giornalistica sono i cani, ospiti o detenuti come li si voglia chiamare, nei rifugi.
Tutti questi cani stanno scontando la loro pena, le sbarre del carcere di un canile quando la colpa è degli o dei loro umani: abbandoni, maltrattamenti, catture inconsapevoli, enormi disagi conseguenti alle deportazioni dal loro ambiente in cui sono iperadattati come i cani che arrivano dal Sud, dalla libertà; traumi per fiducia tradita, per la perdita del loro umani di riferimento, molti diventano sensibili, molti lo sono per natura, molti come questo tipo di cani sono dei carri corazzati dal cuore d’oro di un bambino, con tutte le relative sfumature; affettivi, affiliativi, fragili, emotivi, vivono la vita a mille, si accendono e si spengono in pochissimo tempo, oppure si attivano e fanno veramente tanta fatica a ritrovare la calma, in un ambiente così caotico come quello di un rifugio, carico, carico, carico, di tutto. Suoni, odori, stimoli di ogni genere, stress e continui cambiamenti, ci sono tantissimi stimoli e tantissima voglia di fare non soddisfatta, frustrazioni di ogni genere, si fa fatica a rimanere solidi, si fa veramente fatica a resistere, a non lasciarsi travolgere dalle frustrazioni e dagli eventi, c’è chi dimagrisce anche se mangia, c’è chi si deprime, chi smette di tollerare e poi ci sono cani che si lasciano molto facilmente trasportare dalle emozioni, ognuno è diverso e reagisce in maniera diversa alle avversità della vita. Non so cosa potrebbe essere successo, di fatto, di tutto. Non darei neanche la colpa ai volontari, è complesso leggere i segnali anticipatori, soprattutto se sono molto veloci, soprattutto interpretarli nella maniera corretta, non è neanche sempre facile gestire le proprie emozioni e le proprie routine, avere a che fare con decine di individui tutti diversi, con ognuno le proprie necessità, in un ambiente stressante per loro e stressante per noi, può innescare incomprensioni.
Il canile è un luogo di sofferenza, di prigionia, ma non avete idea di quanta speranza ci sia, quanta voglia di riaffidarsi ci sia, di ridare fiducia anche se tradita 100 volte, anche se può volerci tempo, ma c’è un mondo di seconde opportunità, di crescita, di cambiamento, anche nostro che siamo lì a fare volontariato. E tutto questo non può e non deve essere rovinato da allarmismi, articoli descriventi i cani come mostri, cultura spazzatura. Te ne prego.
Emanuele Cagna