Sergnano, 20 maggio 2024

(MDA) A Sergnano c’è puzza di gas. Sono ben dieci le perdite di metano rilevate negli apparati (bulloni, valvole, giunture, connettori e contatori) della centrale di stoccaggio della Stogit e ben quattro casi di venting, ovvero di rilascio diretto in atmosfera. Inoltre nell'impianto cremasco è stato riscontrato anche un flaring non acceso che ha sfiatato una nuvola di metano in maniera continua sopra la testa dei cittadini sergnanesi. A rivelarlo è stata Legambiente nel contesto dell’indagine, condotta attraverso l'utilizzo della termocamera per la rilevazione ottica di gas “FLIR GF320”. 

Ben 42 punti di emissione di metano, dei quali 20 casi di venting e circa 22 perdite in differenti componenti delle infrastrutture Questi in estrema sintesi, i dati raccolti da Legambiente in collaborazione con Clean Air

Task Force (CATF) nell’ambito dei monitoraggi condotti (tra il 12 e il 14 maggio)su 19 impianti a fonti fossili in Lombardia, nel lodigiano e nel cremasco e che sono stati diffusi lo scorso venerdì durante la tappa lombarda della seconda edizione di “C’è Puzza di Gas. Per il

futuro del Pianeta non tapparti il naso”, e che ha toccato Sergnano per sensibilizzare sui rischi legati alle dispersioni e agli sprechi di metano in atmosfera..

Il gas metano, ha infatti un effetto climalterante fino a 86 volte più potente di quello della CO₂ e tra i principali responsabili della crisi climatica. 

Le situazioni anomale sono state individuate nonostante la distanza dei punti sul suolo pubblico dove è stata posizionata la speciale termocamera dalla componentistica e la possibilità di analizzare solo piccole porzioni degli impianti, il che fa ipotizzare a criticità numericamente maggiori. Durante il monitoraggio di venerdì, gli operatori Stogit, accorsi sul posto dopo essere stati chiamati da Legambiente, con acqua e sapone (se ci sono perdite si formano delle bolle) hanno appurato che quanto segnalato dall'associazione corrispondeva al vero.

A Sergnano sono stoccati oltre 2 miliardi di metri cubi di metano, con oltre 36 pozzi metaniferi, ed è presente uno snodo con 4 gasdotti da oltre 56 pollici e una centrale di compressione. Più di un milione di metri cubi territorio sono occupati da impianti metaniferi, e nonostante ciò il paese sarà interessato dal potenziamento dello stoccaggio in sovrapressione e, in caso di approvazione, il suo territorio subirà la perforazione per creare 38 nuovi pozzi.

L'area dell’attuale stoccaggio inoltre è in fase di bonifica e messa in sicurezza operativa da molti anni per contaminazione da benzene, idrocarburi e isomeri dello xilene. Sicuri che le compensazioni ambientali che hanno interessato solo il paese ospitante dell'impianto , e non quelli vicini (pur essendo quotidianamente altrettanto impattati), siano state fino ad oggi sufficienti e proporzionate ai disagi e problemi reali causati dalla presenza di questi impianti a rischio incidente rilevante?