Bangkok, 02 dicembre 2022

 (Aldo Buffelè e Caterina Marinoni) Io e mia moglie Caterina abbiamo fatto, nel mese di Novembre, insieme ad un nostro piccolo numero di amici, un tour della Tailandia. Per un caso fortuito abbiamo saputo da Enrico Fantoni, responsabile della pastorale missionaria diocesana, che nella periferia di Bangkok, e precisamente nella “ Angel’s home” , una missione della Comunità Papa Giovanni XXIII, operava una nostra concittadina, Giulia Riboli, che da tre mesi risiedeva lì come volontaria. Io conoscevo bene Giulia perché , come me, era stata allieva della prof .Biancamaria Piantelli ai corsi di pianoforte presso il locale Istituto Folcioni. E’ stato con vero piacere incontrarla a Bangkok cogliendo anche l’occasione di portarle un dono in denaro offerto dalla Pastorale Missionaria Diocesana a cui abbiamo aggiunto un piccolo contributo offerto dal Gruppo del Rosario Perpetuo del Sacro Cuore di Crema Nuova.

Quella sera a cena abbiamo incontrato una ragazza solare e piena di entusiasmo che, ci ha incantato con il suo racconto, non solo noi ma anche i nostri amici che erano in viaggio con noi.

Ecco la testimonianza che Giulia ci ha lasciato:

 "Sono Giulia Riboli, ho 29 anni. Sono di Crema e son cresciuta nell’unità pastorale san Bartolomeo san Giacomo. Dopo un anno di condivisione nella casa giovani di questa unità pastorale, ho scelto di vivere in una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, con cui ho iniziato un cammino di ricerca nella condivisione diretta con i piccoli, mentre continuavo a lavorare come neuropsicomotricista.

Qualche mese fa il desiderio di missione che da tempo portavo nel cuore ha iniziato a crescere d’intensità. Il confronto con sorelle e fratelli preziosi che mi accompagnano mi ha aiutato a capire che era il momento favorevole per partire. Ho lasciato il lavoro e ho dato disponibilità alla Comunità per andare in missione per tre mesi. Non ho scelto la destinazione. Desideravo un tempo in cui donarmi totalmente, agli ultimi degli ultimi. Non contava il luogo. Dentro me cantavo “dove tu mi vuoi, io sarò”. La comunità ha accolto questo

mio desiderio e mi ha chiesto di partire per la Thailandia a condividere in una casa che accoglie persone con disabilità, bambini e adulti, alcuni accompagnati dalla mamma o dalla famiglia. Ho detto il mio piccolo si ed ora da due mesi vivo nella Angels’ home, la casa della comunità Papa Giovanni XXIII nella periferia di Bangkok. L’incontro con i poveri di questo paese mi porta a fare esercizi di ginnastica con un ragazzino con

autismo e con una ragazza con una malattia neurodegenerativa, a imboccare chi non può farlo da solo, ad andare in ospedale a cercare gli ausili più adatti, a incontrare i poveri nelle baraccopoli offrendo loro una semplice riabilitazione, a suonare, in modo un po’ stentato, canzoni thailandesi e molto altro. Cerco di aprire il cuore e di donarmi, mettendomi in gioco, con tutti i miei limiti, ma senza limitarmi. Don Oreste diceva “la misura dell’amore è amare senza misura”. Cerco nella mia piccolezza, nella mia inadeguatezza, di

amare e di lasciarmi amare. In semplici gesti concreti, una mano stretta, uno scambio di sguardi, qualche parola in un inglese misto a thailandese, cerco di essere tramite di un Amore più grande. È un tempo intenso, non facile, ma di pienezza e vita vera, che per me è possibile solo rimanendo nel Signore, attingendo a Lui la vera acqua da donare ai suoi figli. Condivido un breve tratto del mio diario, scritto alla fine di una giornata faticosa in ospedale con una ragazza da poco accolta in casa. “Il senso di questa giornata sta nella mano stretta in un letto del pronto soccorso, nel dito appoggiato alla tempia che ruota,

che preme leggero una tenerezza che non è mia, è della Madre di Dio. In un girotondo che diventa il cerchio della vita, in cui insieme siamo spaesate, spaventate, forse anche arrabbiate. Insieme, però, ci siamo salvate.”


Nelle foto l’incontro con Giulia e della Angel’s Home