Cremasco, 18 agosto 2024

XX ordinaria B

 

La Parola: ​​Pr 9,1-6  Sal 33  Ef 5,15-20  Gv 6,51-58

 

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,51-58

 In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) L’altra sera abbiamo rinnovato anche per quest’anno la bella e sentita tradizione della benedizione e distribuzione dei pani di San Rocco, che da diversi secoli ricorda la devozione della nostra terra al santo invocato per la protezione contro la peste e in genere tutti i mali fisici e spirituali.Sappiamo bene che in sé son proprio poca cosa, essendo piccoli pani azzimi, ma siamo tutti consapevoli che sono un piccolo segno della nostra fede e della fiducia della nostra gente nella vicinanza e protezione dei santi.

Il vangelo di questa domenica ci invita ad alzare fino a un livello eccezionale la nostra fede in Gesù perché oggi arriva al culmine del suo discorso sul pane di vita eterna portando a compimento la sua promessa con il dono non solo della sua carne ma anche del suo sangue, fonte di vita eterna. Molto più semplice per noi adesso affidarci alla protezione di un santo portando a casa qualche panetto azzimo rispetto alla grande fede che veniva chiesta da Gesù ai suoi contemporanei chiamati esplicitamente a mangiare la sua carne e a bere il suo sangue.

Per la verità ricorderete che anche Gesù aveva cominciato così, qualche domenica fa, offrendo loro proprio dei pani per saziare la fame materiale, ma poi pian piano ci ha portati tutti a prendere consapevolezza che lui ha ben altro da offrirci diventando davvero impegnativo per noi accogliere il suo dono e rispondere in maniera adeguata all’offerta totale del suo amore. Poi concretamente anche per quanto riguarda la nostra comunione alla carne e al sangue di Cristo noi ci accostiamo in realtà al piccolo segno del pane eucaristico e lasciamo normalmente al solo sacerdote l’assunzione del goccio di vino che rappresenta il suo sangue. Ma non dobbiamo mai dimenticare che la possibilità per noi di fare comunione con Gesù deriva dal fatto che davvero lui ha offerto la sua carne e il suo sangue morendo in croce per la nostra salvezza e riaprici così la strada per la vita eterna.

L’evento storico della sua morte in croce fino all’effusione del sangue è il reale e incancellabile fondamento della nostra fede nella sua continua presenza nell’eucarestia rinnovata ogni volta che la comunità si raduna per la celebrazione dei divini misteri. Ovviamente se siamo consapevoli che non solo il segno dell’eucarestia celebrata ma che ancheil nostro destino di vita eterna deriva dalla offerta totale del suo corpo per noi, diventa quasi scontata la necessita di una adeguata risposta a questo gesto d’amore. Ben sapendo di non essere chiamati a offrire la nostra carne e il nostro sangue in maniera cruenta, non possiamo far finta di non sentirci chiamati e impegnati a offrire quotidianamente gesti d’amore che esprimano tutta la nostra disponibilità a dare la vita sull’esempio di Gesù. Non si tratta neanche di cercare gesti eccezionali tali da suscitare ammirazione o tanti like sui social, quanto di trovare un modo semplice e diretto per arrivare alle persone, a partire dai nostri cari, parenti, amici e vicini di quartiere, per non far sentire nessuno solo ma piuttosto sempre circondato dalla nostra attenzione e dall’amore di Dio che si deve manifestare a tutti con qualche nostro semplice gesto di carità cristiana.

Senza pretendere di vivere sempre in maniera eroica la carità come hanno fatto i santi, possiamo certo giungere a dare un po’ del nostro tempo, anche se può costarci qualche sacrificio, o dare una mano in qualche servizio concreto che nei periodi estivi possono essere davvero anche molto semplici ma utili e molto graditi da parte di anziani o persone in difficoltà.

Non lasciamoci allora spaventare dalle parole di Gesù, cerchiamo di essere davvero suoi discepoli non solo perché crediamo alla sua parola ma perché rinnoviamo nella nostra quotidianità l’offerta della vita che lui per primo ha fatto per tutti noi.