Crema News - Il re è solo

Cremasco, 20 novembre 2022

XXXIV Domenica ordinaria C  Cristo Re  

 

La Parola: ​2Sam 5,1-3  Sal 121 Col 1,12-20  Lc 23,35-43:

 

Dal Vangelo secondo Luca​​Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». 

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) In settimana, dopo la sospensione per un paio d’anni dovuta alla pandemia, abbiamo ripreso anche la bella tradizione del pranzo della sagra con i sacerdoti della zona pastorale. A parte il mangiare, vi assicuro che è davvero molto bello ritrovarsi con una quindicina di amici preti a condividere la tavola e le chiacchiere amichevoli. Invece una delle caratteristiche negative del Re, titolo che Gesù comunque non rifiuta e accetta volentieri, tanto da esser scritto esplicitamente proprio sopra il suo patibolo, è la solitudine: il Re è solo. Anche se è circondato da tante persone ed è seguito e ammirato da moltitudini, basta pensare, per esempio, a come noi e il mondo intero abbiamo seguito la morte della Regina Elisabetta, in realtà il Re è fondamentalmente solo.

Questo a Gesù non piace proprio. Se diamo una lettura veloce ai vangeli infatti Gesù non è mai solo, fin dalla nascita, e anche i pochi momenti in cui si dice che si appartava, in realtà era per pregare, quindi era sempre in compagnia del Padre. Non ci stupisce affatto che anche nel momento della morte Gesù non sia solo, e non penso tanto alle pie donne vicine alla croce, o alla folla accorsa a seguire lo spettacolo, ma proprio ai due ladroni che in quel momento lo accompagnano fino alla morte. E addirittura, anche nel passaggio da questo mondo al Padre, prima ancora della sua risurrezione, vuole essere accompagnato; entra in paradiso insieme al ladrone pentito: che spettacolo d’amore.

Se permettete, ci vorrebbe anche adesso su questa terra e sempre, un Re del genere e io son molto contento di riconoscere Gesù come Re dell’universo e Re della mia vita: non lo cambierei con nessun altro. Qualcuno, un po’ sospettoso, potrebbe magari dire che è una scelta interessata, visto che l’infinita bontà di Gesù permette di giungere alla salvezza anche per un solo atto di pentimento, espresso magari in fin di vita, lasciando quindi ampia possibilità al nostro peccato ed egoismo di esprimersi per lunghi periodi della nostra vita, come se Dio neanche ci fosse. 

Forse per noi uomini l’amore di Gesù è davvero troppo grande, e d’altronde è morto in croce dando tutta la sua vita per noi, eppure insieme a questo amore infinito il Figlio di Dio non vuole rinunciare neanche alla giustizia di Dio, quella che ci lascia liberi di scegliere di amarlo o no in ogni momento della nostra vita e di giungere senza pentimento anche all’incontro definitivo con Dio, come fa evidentemente l’altro crocifisso con Gesù. Nel clima odierno, così dolcemente buonista e aperto verso qualsiasi scelta di vita, anche all’interno della Chiesa, forse questo ci sembra un po’ duro e non facilmente accettabile.

Ma non possiamo dimenticare che l’amore di Dio si manifesta innanzitutto proprio nel concedere libero arbitrio a ogni uomo, ma attendendo sempre la sua conversione e il riconoscimento dei propri errori, in vista di quella salvezza eterna offerta da Gesù a tutti gli uomini e liberamente accolta da ciascuno nel proprio cuore e nella propria vita. Come spesso ci ricorda anche Papa Francesco, non dobbiamo mai disperare dell’amore e del perdono di Dio. Egli attende sempre tutti i suoi figli per poterli abbracciare e riempirli del suo amore nell’eternità del suo Regno.

Non perdiamo neanche nell’oggi l’occasione di rimanere sempre insieme a Gesù e non solamente all’ultimo momento e certamente potremo godere fin da ora della predilezione e dell’amore del Padre, che è sempre pronto a sostenerci nel cammino quotidiano per poter seguire ovunque il nostro unico e amatissimo Re, il Signore Gesù


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini