Crema News - Il pane dal cielo Don Natale Grassi Scalvini autore della riflessione

Cremasco, 04 agosto 2024

XVIII ordinaria B

 

La Parola:                 Es 16,2-4.12-15  Sal 77  Ef 4,17.20-24  Gv 6,24-35:

 

Dal Vangelo secondo Giovanni        Gv 6,24-35

 

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Nel periodo estivo nei nostri paesi abbondano anche le feste e le sagre, con una grande partecipazione di gente. Anch’io non manco a questi appuntamenti e di solito passo anche a salutare e ringraziare lo staff dei volontari, specialmente quelli in cucina, per la disponibilità e generosità, visto anche il caldo torrido che devono sopportare in questo periodo. Dal racconto evangelico ascoltato la scorsa settimana, il segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci, non possiamo certo presumere che Gesù sia stato in cucina a preparare il fritto per tutte quelle persone e quindi per il Figlio di Dio compiere quel segno meraviglioso in fondo è stato anche semplice, però sentire oggi i suoi contemporanei che chiedono ancora un segno per poter credere, mi sembra allucinante e incredibile.

Questo mi convince sempre di più che davvero non c’è sordo o cieco peggiore di chi non vuole sentire e vedere la realtà, perché accecato dalle sue precomprensioni e idee.

Il tema centrale del brano di oggi dovrebbe essere quello della fede, quella che porta a credere che Gesù è la risposta a tutte le nostre domande e richieste, sia quelle più materiali, sicuramente sempre più ricorrente nelle nostre preghiere ed invocazioni a Dio, ma anche quelle spirituali, in verità un po’ meno presenti nei nostri momenti di preghiera. Ma di fronte alla invincibile cocciutaggine e alla memoria debolissima della gente, quella stessa gente sfamata il giorno prima in abbondanza, ci deve far riflettere ancora sulla nostra reale capacità di aprire gli occhi e la mente alle verità che Gesù è venuto a rivelarci e alla nostra reale disponibilità a lasciarci illuminare dalla sua parola. Troppo spesso infatti, giocando anche sul fatto che per noi i fatti e gli eventi raccontati nei vangeli sono lontani nel tempo, nello spazio e nella cultura, troviamo tante scuse per avere nei confronti di Gesù una fede parziale, sicuramente addomesticata al nostro buon senso comune fino a giungere a volte anche a costruirci una religione su misura che vada bene a noi e al nostro modo di vedere le cose.

Mi sembra che a volte siamo più preoccupati di mantenere anche con Dio un rapporto tranquillo e sereno, senza dimenticarci di lui, perché siamo credenti, ma nello stesso tempo mettendo sempre al primo posto i nostri interessi e le nostre idee, come se fosse lui a doversi adeguare a quello che noi pensiamo sia più giusto, e ovviamente politicamente corretto, secondo la comune mentalità della nostra società post cristiana. Non possiamo certo pensare di cambiare il nostro mondo in maniera diretta scontrandoci con i maestri e professoroni che vogliono sempre insegnarci che cosa sia giusto e sbagliato, rischieremmo infatti di fare la stessa figura di Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma almeno cerchiamo di impegnarci a far maturare la nostra fede in modo da saper guardare e giudicare anche la realtà del nostro tempo senza i paraocchi delle ideologie, capaci di vedere e interpretare i segni concreti che Dio ci da per comprendere il vero senso della realtà per poterci poi aprire anche ai valori dello spirito che danno senso a tutte le cose materiali e fisiche della nostra vita. Valutando serenamente i segni e la realtà della creazione di Dio siamo chiamati ad alzare lo sguardo per riconoscere al di la delle cose, il loro profondo significato per servircene in modo adeguato alla sua volontà, senza manipolare o distruggere la natura e il creato, ma impegnandoci a migliorare e a portare frutti abbondanti e generosi di opere buone a vantaggio dei nostri fratelli, perche davvero questo mondo diventi la casa comune di tutti gli uomini chiamati a riconoscere la presenza di Dio e a camminare insieme verso il compimento del suo regno.