Crema News - Il calvario di una malata

Crema, 05 maggio 2023

Gentile direttore,

con la presente volevo condividere con lei e con i suoi lettori le difficoltà e il senso di sconforto di una malata oncologica che da 4 anni, cerca di districarsi tra i desk operativi, i call center e l’anarchia, come ammesso recentemente anche dall’assessore Bertolaso, del sistema di gestione delle prenotazione degli esami medici. 

Più di quattro anni fa mi è stato diagnosticato un tumore alla mammella. 

Da quel momento e in particolare da dopo l’operazione, ho dovuto sottopormi con regolarità agli screening periodici presso il reparto di senologia dell’ospedale maggiore di Crema. Un reparto pieno di umanità e nel quale lavorano bravissimi professionisti. 

Anche chi si occupa della segreteria si fa in quattro per cercare di ovviare a quei problemi, brevemente accennati nella mia introduzione e che ora spiegherò meglio. 

Il mondo di mezzo, ovvero quello che divide la data di un controllo da quella successiva, è per noi malati un vero incubo. 

Per riuscire ad avere degli esami pronti in tempo per i follow up semestrali ho dovuto spesso rivolgermi a strutture sanitarie fuori provincia. Ho dovuto persino spostarmi a Bergamo, Treviglio per riuscire a fare una mammografia o una ecografia, perché le strutture cremasche pubbliche o private convenzionate non riuscivano a garantirmi una prestazione prima di 8 o 9 mesi. 

Ovviamente, e tristemente, se all’operatore del call center del centro prenotazioni delle strutture convenzionate dicevi che eri disposto a pagare, magicamente si aprivano disponibilità anche dopo due o tre giorni. Penso sia una cosa volgare e inaccettabile nei confronti di cittadini fragili e che devono lottare ogni giorno con un male oscuro e logorante anche dal punto di vista psicologico. Stendo un velo pietoso anche sul sotto utilizzo delle strutture sanitarie pubbliche, che praticamente lavorano al 50% con prestazioni a pagamento intramoenia. E’ questo il modo di risolvere l’inefficienza di un sistema sanitario che non è in grado di gestire le liste d’attesa in modo dignitoso? Facendo pagare i malati?

E non mi si dica che il problema è il Covid, perché la situazione l’ho vissuta sulla mia pelle anche durante gli ultimi mesi.

Mi sono sempre rifiutata di accedere a pagamento ad esami che per il diritto alla salute, sancito nella nostra costituzione dovrebbero essere garantiti. In una occasione, a causa delle lunghe liste d’attesa, non sono riuscita ad eseguire con il servizio sanitario pubblico lombardo gli esami prescritti, e mi sono trovata nella situazione di dovermi recare alla visita di follow up senza quei referenti utili per valutare il mio stato di salute. 

La presa in carico del paziente oncologico è inesistente. Tutte le visite prescritte dal reparto di senologia, devono poi essere raccordate e gestite dal paziente, che è costretto a perdersi nei labirinti di agende pubbliche e convenzionate che non dialogano tra di loro, e che nemmeno sono condivise tra i vari reparti interni all’ospedale, nonostante l’abnegazione e la buona volontà delle segretarie che spesso cercano di fare per noi l’impossibile. Spesso le disponibilità reperibili dai sistemi di prenotazione online non sono reali o vanno in contrasto rispetto a quanto poi risulta dai Cup fisici. Gli stessi uffici della senologia non riescono a dialogare informaticamente con le agende di radiografia. 

Non credo di richiedere l’impossibile o qualcosa di troppo. Mi basterebbe essere messa in condizione di poter gestire la mia malattia in modo dignitoso e sentirmi rispettata dal sistema sanitario anche fuori dalla breast unit. Non siamo numeri, e non siamo a gardaland, dove per saltare la coda, è sufficiente pagare un ticket aggiuntivo. La nostra malattia non è un business e non è un qualcosa che può essere parametrizzata rispetto al nostro conto in banca.

 Una sola nota. Nel mio racconto mi sono permessa di utilizzare il noi, perché le difficoltà da me riportate, sono condivise anche da altre pazienti che con me stanno affrontando questo difficile periodo.

 

 La ringrazio per l’attenzione.

Una sua lettrice.