Cremasco, 18 febbraio 2024
I Quaresima B
La Parola: Gen 9,8-15 Sal 24 1Pt 3,18-22 Mc 1,12-15
Dal Vangelo secondo Marco Mc 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Da alcuni giorni ho cominciato a preparare i percorsi delle escursioni di questa estate e cercando su internet le descrizioni dettagliate ho notato che sempre più spesso si trovano anche informazioni che riguardano la possibilità di collegamento per i nostri telefonini. Da una parte son contento che la rete si estenda sempre più perché viene così offerto uno strumento in più per la nostra sicurezza, ma dall’altra sono un po’ dispiaciuto dal fatto che i telefonini non ci lasciano proprio mai, neanche quando siamo impegnati in qualche gita immersi nella natura. Probabilmente l’ultimo luogo ancora libero dalla presenza ingombrante della rete è proprio il deserto, perché anche se tecnicamente sarebbe possibile con i satelliti, per fortuna costa troppo alle compagnie, vista la scarsità di utenti.
Il fatto che Gesù abbia passato quaranta giorni da solo, o meglio solo con satana e le bestie selvatiche e gli angeli che lo servivano, quindi in un deserto abbastanza affollato, ma senza telefonino, vuol dire che potremmo farcela anche noi.
Se non avete smesso di leggere e rimanete qui sulla pagina vuol dire che avete capito che ovviamente non sto chiedendo a nessuno di fare un fioretto del genere: ormai il cellulare è troppo necessario anche per la vita di ogni giorno, ma una qualche forma di autolimitazione per non cadere sempre e comunque preda delle trappole tese alla nostra mente perché si lasci andare alle stupidaggini di tik-tok o di qualsiasi altra piattaforma di distrazione di massa, invece di dedicare un po’ più di tempo agli altri e a Dio, credo che possiamo trovarla tutti. Naturalmente se rinunciare agli strumenti della moderna tecnologia volesse dire cadere preda delle bestie e di satana per compiere il male e seguire i venti di guerra e di morte del nostro tempo, sarebbe davvero come cadere dalla padella alla brace.
In realtà la rinuncia alla tecnologia o alle tante cose superflue della nostra società del benessere non ci deve accomunare alle bestie che vivono d’istinto, si tratta di approfittare di alcuni spazi della nostra vita liberati dalle cose ingombranti per lasciare spazio alle nostre migliori possibilità di bene. Non possiamo certo cadere nell’orrore di chi pensa di sconfiggere il diavolo dando la morte, perché la morte è proprio la vittoria del diavolo. Noi sappiamo invece che la vittoria sul male possiamo ottenerla proprio grazie a Gesù, quindi sarebbe meglio riempire la nostra mente e la nostra vita delle sue parole e della sua presenza forte e amorevole per essere sicuri di poter vincere il male operando tutto quel bene che Dio ha pensato possibile per noi. Noi non possiamo sperimentare fisicamente il deserto e il suo silenzio assordante; ma qualche momento solo per noi, disponibili ad ascoltare la parola di Dio invece di seguire stupidamente le voci suadenti delle offerte mirabolanti della pubblicità sempre più invadente, dobbiamo assolutamente trovarlo. Per me è anche una necessità fisica e di salute mentale per evitare di dover ricorrere prima o poi all’aiuto di qualche psicologo che ci dia una mano a ritornare sereni con noi stessi, con gli altri e con Dio.
Il sacro e provvidenziale periodo della Quaresima è appena cominciato e il segno delle ceneri ricevute mercoledì scorso è la dimostrazione che in realtà tutti sentiamo davvero il bisogno di un po’ di umiltà e di tempo prezioso per noi per ritrovare il gusto vero della vita. Non possiamo certo rinunciare al nostro benessere psicofisico, ma siamo consapevoli che questo passa anche attraverso il rapporto quotidiano con i fratelli, specialmente quelli che in modi diversi hanno bisogno di una mano e sopratutto attraverso un quotidiano confronto con la parola di Dio che ci indica la via giusta per andare oltre il tanto male che vediamo attorno a noi e che ci spalanca alla speranza della pace vera e della vita eterna che troveremo a Pasqua come primo dono del Signore risorto.