
Crema, 18 giugno 2025
Ultima conviviale dell’anno per il Rotary Club Crema, ma tra le più dense di contenuti.
A chiudere il ciclo di incontri del presidente Antonio Grassi, prima del passaggio di consegne al successore Marcello Palmieri, è stato un tema tanto tecnico quanto attuale: la qualità dell’acqua e le nuove sfide ambientali legate alla presenza di sostanze inquinanti emergenti, come i PFAS.
A parlarne, con competenza e chiarezza, due ospiti d’eccezione: Stefano Ottolini, direttore generale di Padania Acque e Paolo Vicentini, responsabile Qualità, Sostenibilità, Sicurezza e Ambiente.
Il contesto odierno impone ai gestori idrici di affrontare normative sempre più stringenti, cambiamenti climatici che incidono sulla disponibilità delle risorse e la necessità di investimenti crescenti.
In questo scenario, Padania Acque – gestore unico per il territorio cremonese, con oltre 4300 km di rete – si è guadagnata un posto tra i migliori operatori italiani secondo Arera, l’Autorità nazionale di regolazione.
L’attenzione alla sostenibilità è testimoniata da risultati concreti, tra cui la tensione all’autoproduzione energetica, la promozione del consumo di acqua pubblica. Obiettivo quest’ultimo che si è cercato di raggiungere attraverso le Case dell’acqua (oltre 10 milioni di bottiglie di plastica risparmiate nel solo 2024). Ma anche con il completamento della distrettualizzazione della rete con una riduzione delle perdite stimata al 12,5% (oltre un milione di metri cubi risparmiati ogni anno)
Poi, la questione dei Pfas sostanze chimiche persistenti, potenzialmente pericolose per la salute, oggi sotto i riflettori della scienza e del legislatore.
Dai primi allarmi in Veneto nel 2017, l’Europa è arrivata a fissare limiti precisi con la direttiva 2020/2184, che entrerà pienamente in vigore nel 2026. L’Italia ha recepito la normativa con il disegno di legge n.18/2023, già in fase di revisione.
Padania Acque, però, ha scelto di giocare d’anticipo: le analisi per i Pfas sono cominciate già da tempo, con strumentazione all’avanguardia (tra cui la spettrometria di massa ad alta risoluzione) e un laboratorio interno accreditato fin dal 1999. Oggi, l’azienda coordina la rete dei laboratori idrici della Lombardia – 170 tecnici distribuiti in 22 strutture – e rappresenta un riferimento tecnico a livello nazionale.
Le analisi condotte non si limitano alle sostanze già normate (analisi target), ma esplorano anche gli inquinanti emergenti ancora sconosciuti (analisi untarget), in un’ottica di prevenzione basata sul principio di precauzione e valutazione preventiva dei rischi.
La sicurezza idrica non è più solo questione di quantità o di continuità del servizio, ma sempre più di qualità e tempestività nel rilevare i rischi.
Un cambio di paradigma che pone al centro il monitoraggio continuo, la capacità di leggere in anticipo i segnali di contaminazione e l’integrazione tra ricerca scientifica e responsabilità pubblica.
A conclusione numerose le domande dei soci e applausi convinti per Ottolini e Vicentini.