Crema News - Amicizia e tradimento Don Natale in un passaggio impegnativo

Cremasco 05 maggio 2024

6 di Pasqua anno B 

 La Parola: ​​At 10,25-27.34-35.44-48  Sal 97 1Gv 4,7-10  Gv15,9-17: 

 Dal Vangelo secondo Giovanni ​​Gv 15,9-17

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Grazie ai social, le varie piattaforme di contatto su internet, ciascuno di noi, specialmente i più giovani, può vantarsi di avere un sacco di amici. Un mio amico prete non riesce più neanche a contarli, avendo superato da tempo la soglia dei quindicimila amici o followers che dir si voglia.

Anche Gesù ci tiene molto all’amicizia, al punto da fondare la nuova ed eterna alleanza non più su un patto tra due contraenti come quello di Mosè sul monte Sinai tra Dio e il popolo di Israele, ma direttamente sull’amicizia. Il suo grande amore per i discepoli e quindi per tutta l’umanità è manifestazione del suo desiderio, secondo la volontà del Padre, di non essere un Dio despota e padrone che ordina ai suoi servi di seguire i suoi comandamenti per non ricevere castighi o maledizioni, ma semplicemente un amico degli uomini, disposto a dare la sua vita per gli amici fino a farli diventare coeredi del regno dei cieli, figli adottivi dello stesso unico Padre. Per noi cristiani chiamati a seguire i suoi comandamenti, dei quali è fondamentale quello di amarci come lui ci ha amato e quindi di seguire il suo esempio, più che obbedire a delle leggi, diventa però davvero impegnativo accettare l’idea che dobbiamo dare la vita per i nostri amici, come ha fatto lui.

Sinceramente non so quanti di noi siano disposti a dare la vita per qualcun altro: io arrivo magari a pensare di essere disposto a questa offerta totale per mio fratello o per la mia nipote preferita (che è anche l’unica). Al massimo sono arrivato a fidarmi di un amico in maniera totale quando mi son legato in cordata, in qualche tratto da affrontare con molta attenzione, a Lorenzo o a Diego, affidando reciprocamente la nostra vita alle mani altrui nel farci sicurezza in quei passaggi pericolosi. Quindi le parole di Gesù rischiano di essere solo una affermazione legata alla sua immensa bontà per tutti gli uomini a partire dall’amicizia con i dodici. Eppure sappiamo che proprio queste stesse persone lo hanno tradito, rinnegato e comunque abbandonato nel momento decisivo. Quindi a noi tocca davvero un grande compito se vogliamo meritarci i doni del risorto, la sua pace, la vera vita e la felicità eterna.

Credo però che sia importante non aspettare il momento giusto o l’occasione propizia per dimostrare a Gesù che anche noi sappiamo dare la vita per gli amici. Se così fosse potremmo passare anche tutta la vita in un dolce dormiveglia, incapaci di intervenire sulla realtà con le nostre opere concrete per rendere sempre migliore il nostro mondo. Voglio dire che in realtà dobbiamo cominciare subito a impegnarci nella banale fatica del quotidiano, a cercare di amare gli altri, parenti, amici e anche i nemici, con gesti concreti di pazienza, accoglienza, condivisione, sapendo che anche nelle piccole cose possiamo ‘dare la vita’ se operiamo con sincerità e disponibilità, rispondendo al bisogno dell’altro più che al nostro desiderio di tranquillizzare la coscienza. Il vero dono della Pasqua di Gesù è proprio questa possibilità e capacità di noi cristiani di poter seguire in tutto il nostro maestro e grande amico.

Se ci difetta il coraggio e la forza sappiamo bene che tra pochi giorni sarà rinnovato per tutti, nella grande solennità di Pentecoste, che porta a compimento gli eventi della Pasqua, il dono pieno dello Spirito Santo. Non stanchiamoci quindi di invocarlo, affidandoci anche alla intercessione della Vergine Maria, non perché venga incontro alle nostre necessità concrete e materiali, ma perché davvero chieda al figlio suo di rinnovare per noi e per il mondo quella effusione dello Spirito che ha cambiato il cuore e la vita dei primi discepoli. Ora tocca a noi continuare la loro opera nel mondo dimostrandoci veri amici di Gesù capaci di riconoscere in ogni uomo quell’amico per il quale egli stesso ha offerto la vita e che ora si affida a noi per poter giungere alla conoscenza di Dio e del suo amore, attraverso le nostre buone opere e i frutti di giustizia e di pace che Dio stesso si aspetta da noi.