Il ponte sull'Adda a Lodi
Lodi, 20 dicembre 2025
(Andrea Biraghi) Per l’ingegnere Silvio Rossetti dello studio Hydra, progettista dell’intervento, la realizzazione della nuova campata sull’attraversamento storico dell’Adda è necessaria per garantire la sicurezza della città.
Le valutazioni tecniche indicano infatti criticità strutturali che, in caso di piena particolarmente elevata del fiume, potrebbero comprometterne la tenuta.
Le analisi idrauliche mostrano come, con livelli dell’acqua prossimi alla chiave delle arcate (pezzo centrale, a forma di cuneo, posto al vertice di una volta), l’attuale struttura potrebbe non offrire condizioni di sicurezza sufficienti. Da qui la scelta progettuale di intervenire con una campata laterale, pensata per ridurre la spinta idraulica e rafforzare l’assetto complessivo dell’opera.
L’intervento si inserisce in un più ampio progetto di messa in sicurezza idraulica dell’area, con un livello di protezione tarato su eventi di piena con un tempo di ritorno di 200 anni.
L’infrastruttura, oltre al valore storico, rappresenta uno degli snodi principali della viabilità cittadina e sovracomunale, ma anche uno dei punti più delicati dal punto di vista strutturale.
Per consentire le lavorazioni più invasive sarà necessaria la chiusura al traffico veicolare per circa 180 giorni, indicativamente a partire da marzo 2026; in una fase iniziale si era ipotizzato un periodo di chiusura più lungo, superiore a un anno, successivamente ridotto grazie a una riorganizzazione delle fasi di cantiere, mentre durante i lavori resterà aperto il collegamento ciclopedonale tra le due sponde.
L’impatto sulla viabilità viene considerato rilevante, data la centralità dell’attraversamento nel sistema dei collegamenti urbani. Sono previste misure di gestione del traffico per contenere i disagi, ma la chiusura per sei mesi comporterà comunque una redistribuzione dei flussi, soprattutto nelle ore di punta.
Sono state valutate anche soluzioni alternative, come bypass temporanei o strutture provvisorie, ma queste opzioni sono state giudicate non praticabili per motivi tecnici e per l’impatto sull’alveo e sugli argini del fiume.
L’obiettivo dell’intervento resta quello di garantire condizioni di sicurezza adeguate per la città e di preservare un’infrastruttura storica, cercando al tempo stesso di limitare, per quanto possibile, i disagi legati alla chiusura del ponte.