Pizzighettone, 05 dicembre 2025

La semisbarra era alzata e quindi Elisa Conzadori, quel giorno di Ferragosto del 2020, era passata, a bordo della sua Citroen, dopo aver terminato il turno di lavoro al Famila di Codogno. E con lei era passato anche il treno che aveva travolto la piccola auto, causando la morte della ragazza, 34 anni, che stava tornando a casa. Il giudice Ada Capello, nella motivazione della sua sentenza, dichiara la colpevolezza, in sede civile, di Rete ferroviaria italiana e la condanna a pagare un indennizzo al convivente di Elisa e alla sua famiglia d'origine. La sentenza cita i testimoni oculari, due, che avevano assistito al tragico fatto e che hanno dichiarato che la ragazza è passata in quanto la semisbarra permetteva il passaggio.

Nell’articolata quanto netta sentenza di primo grado la giudice Ada Cappello ha ribaltato le conclusioni del procedimento penale per omicidio colposo a carico di alcuni operai di Rete Ferroviaria Italiana, che era stato archiviato in quanto non si sarebbe potuto escludere che l’auto della ragazza fosse passata spingendo e facendo sollevare la sbarra del passaggio a livello. Il giudice civile ha invece creduto ai due testimoni che avevano visto alzarsi una sola delle due semibarriere, quella dal lato di Codogno e pochi istanti dopo arrivare la Citroen rossa di Elisa che, appena arrivata sui binari, era stata falciata dal treno lanciato a cento all’ora. Nei giorni precedenti all'incidente erano stati avviati lavori per rimodernare il funzionamento del passaggio a livello, che era ancora del tipo simile a quelli che avevano manifestato malfunzionamenti sulla Treviglio - Crema - Cremona e i consulenti della difesa avevano trovato collegamenti che apparivano affrettati in alcune parti dei sistemi elettrici dell’impianto in servizio.