
Dovera, 11 marzo 2022
Ricordate la donna che ha bruciato il motore della sua sedia a rotelle elettrica in un avvallamento prodotto dai lavori per posizionare la fibra ottica e non sistemato da Open fiber? Ricordate forse che dopo aver scritto a comune e Open fiber Elena (è il suo nome) era rimasta senza alcuna risposta fin tanto che aveva denunciato il problema ai giornali e solo allora aveva avuto assicurazioni da parte della ditta che tutto si sarebbe risolto. Ditta che però se ne è ben guardata dal farsi viva con lei, ma che ha comunicato solo con il sindaco del paese.
Bene, anzi male, perché oggi nulla è ancora stato definito e in più alla malasorte si è aggiunta altra malasorte.
Elena dal 3 febbraio, giorno in cui ha bruciato il motore della sua sedia a rotelle si muove con una carrozzina di riserva. La speranza era quella di ricevere il necessario per far riparare il guasto (4090 euro) e avviare la riparazione. Purtroppo nulla si muove, vuoi per colpa della burocrazia, vuoi perché forse l'assicurazione tarda, fatto è che proprio ieri la sedia a rotelle di riserva si è guastata. Elena ha subito avvertito sia il sindaco, sia Open fiber della drammatica urgenza del suo problema: non può più muoversi, la ditta che ripara non ha sedie a rotelle da prestare e lei ha solo una carrozzina da spingere a mano e ha enormi difficoltà a utilizzarla. Ma anche in questo caso al suo drammatico Sos l'azienda non ha risposto, mentre il sindaco ha fatto sapere che Open fiber l'ha contattato (lui, non lei) per avvertirlo che la pratica era stata inoltrata.
Che fare? Abbiamo chiesto a Elena se si fosse rivolta all'Asst di Crema. "Cinque anni fa, quando sono arrivata qui, ho fatto presente la mia situazione e l'Asst aveva provveduto a farmi recapitare una sedia a rotelle. Quando è arrivata, ho visto che non era idonea alle mie esigenze e l'ho fatto immediatamente presente . Risultato? La sedia a rotelle sbagliata è ancora qui, dopo cinque anni. Nessuno è venuto a ritirarla, nessuno ha provveduto a cambiarla".
Storia di ordinaria burocrazia.
Nella foto, Elena