
Crema, 27 maggio
Filippo Ricotti, 24 anni di Madignano, titolare della Chef ristorazione, azienda che fornisce pasti agli studenti delle scuole di Bagnolo, accusato di corruzione e turbativa d'asta per ottenere appalti nei comuni di Mediglia, Mulazzano e altro dell'hinterland milanese e per questo spedito agli arresti domiciliari 3 maggio, ha visto revocata la misura in quanto nell'interrogatorio davanti ai giudici di Milano sostenuto lo scorso 6 maggio ha chiarito la sua posizione e ha visto revocata la misura degli arresti giovedì in quanto per alcuni fatti non ci sono indizi di colpevolezza e per altri non c'è la contestazione. In parole povere, Ricotti è stato tirato dentro in un ingranaggio a lui sconosciuto e non ha commesso alcun reato.
"Siamo soddisfatti delle conclusioni dei magistrati e delle loro decisioni - dice l'avvocato Carlo Meleri, che ha la difesa di Ricotti - in quanto appare chiaro che il mio assistito non ha mai tentato di turbare alcuna asta o di corrompere funzionari. Per questo motivo, al di là delle dichiarazioni di Ricotti, ma anche per le deposizioni degli altri indagati, che hanno testimoniato a suo favore, sto preparando una memoria da consegnare ai giudici nella quale chiederò l'archiviazione della posizione del mio assistito in quanto del tutto estraneo ai fatti inizialmente contestati".
Per il cremasco si potrebbe chiudere qui la vicenda che ha visto finire nel mirino della Guardia di Finanza 11 persone con l'accusa di turbativa d'asta e corruzione, fatti che si sarebbero svolti in alcuni comuni del milanese. Nell'indagine non è mai entrato i comune di Bagnolo, dove l'asta venne istruita da Consorzio.it e dove tutto si è svolto regolarmente.
La foto è esemplificativa