Crema News - Fiducia nell'amore

Cremasco, 04 giugno 2033

9 Domenica di Pasqua anno A SS. Trinità

 

La Parola: ​ Es 34,4-6.8-9  Dn 3,52-56 2Cor 13,11-13  Gv 3,16-18

 

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,16-18

 

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) In parrocchia stiamo per concludere il giro pasquale per la benedizione delle famiglie. Anche se alcuni, pochi per la verità, cortesemente rifiutano il momento di preghiera proposto, la maggior parte delle famiglie in realtà si mostra davvero molto contenta di ricevere la benedizione e il ritornello più sentito è certamente quello di quanti affermano con decisione di averne tanto bisogno, perché ci sono alcuni problemi in famiglia, per il lavoro, o la salute o per la scuola dei figli.

L’affermazione di oggi di Gesù quindi viene a confermare la fiducia che tanti pongono nella vicinanza e nell’amore di Dio per gli uomini, ma nello stesso tempo potrebbe far sorgere a qualche sospettoso l’idea che in verità Dio non ami tanto il mondo, visto quello che capita, nelle nostre case, nei nostri ambienti o vicino a noi, come purtroppo sentiamo spesso nelle notizie di cronaca, o per uccisioni e femminicidi o per disastri naturali o nei resoconti di guerra. Il vero motivo di questa apparente contraddizione sta evidentemente nel fatto che noi ci aspettiamo dalla vicinanza di Dio un aiuto concreto e tangibile, qui e subito, per superare i nostri problemi e per evitare la sofferenza e non certo un aiuto e la forza spirituale per sostenere il nostro buon impegno di essere degni figli del Padre, obbedienti alla sua parola e impegnati a rendere migliore il mondo perché si salvi e giunga alla pienezza della felicità già in questa vita e soprattutto nel compimento finale delle promesse di Gesù.

La festa della Santissima Trinità, che ci ricorda l’essenza più profonda e vera del nostro Dio, un solo Dio ma in tre persone, unite da un amore unico e indissolubile, così grande da spandersi per tutto l’universo e su ciascuno di noi, ci indica nello stesso momento in cui guardiamo a lui per adorarlo e pregarlo, la necessità di imitarlo, proprio nell’amore verso il mondo intero, così da meritarci davvero di essere chiamati suoi figli. Pensando invece a quanto sia facile per noi perderci nei nostri problemi, nelle nostre cattiverie e banalità quotidiane, incapaci si ascoltare anche solo per due minuti la Parola che Dio ci rivolge, a volte anche incapaci di cercarlo e riconoscere la sua vicinanza, dobbiamo assolutamente decidere di fermarci un momento a valutare che cosa sia davvero importante per la nostra vita, in modo da dare il giusto valore alle cose materiali, tanto necessarie alla nostra realtà psico-fisica, ma per riconoscere poi quali sono i veri valori e motivi che possono giustificare il nostro impegno a favore degli altri e per un mondo più giusto e fraterno. 

La festa della Santissima trinità non è un momento astratto e di pura teologia o filosofia necessario per cercare di capire il significato profondo di questa verità della nostra fede, ma concretamente il momento in cui possiamo prendere piena consapevolezza che quel semplice gesto di croce nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, che ci accompagna fin da quando eravamo bambini, ci abbraccia davvero non solo nel corpo ma anche nello spirito e in tutte le relazioni quotidiane con gli altri uomini, perché riusciamo così a testimoniare a tutti il grande amore che Dio è in sé stesso, Santissima Trinità e che continua a versare su ciascuno di noi. 


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini