Palazzo Pignano, 22 novembre 2021
Ergastolo. La presidente del tribunale Anna De Martino ha letto oggi poco prima delle 14, dopo circa tre ore di camera di consiglio, il verdetto della giuria che ha deciso che Eugenio Zanoncelli è colpevole di omicidio volontario nei confronti della moglie Morena Designati. Quindi, la presidente ha letto la sentenza che mette in galera senza fine Zanoncelli. Per quanto riguarda le richieste di risarcimento danni, la corte le ha accolte, rinviando poi al tribunale civile per la definizione finale.
La sentenza sarà depositata entro 90 giorni e con ogni probabilità l’avvocato dell’imputato farà ricorso.
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Un altro ergastolo pronunciato dalla corte del tribunale di Cremona, dopo quello inflitto a Maurizio Iori per l'assassinio della figlia e dell'amante. A fare i conti con il carcere a vita è Eugenio Zanoncelli, riconosciuto colpevole di aver ucciso la moglie Morena Designati, la sera del 24 giugno 2020. Stamane, prima che la corte, composta dal presidente del tribunale Anna de Martino, dal giudice togato Francesco Sora e da sei giudici popolari, si ritirasse per decidere, Eugenio Zanoncelli aveva preso la parola, ribadendo che non voleva uccidere la moglie, alla quale voleva bene, ma che il suo gesto aveva avuto conseguenze non desiderate. Poi, circa tre ore di camera di consiglio e poco prima delle 14, ecco la corte rientrare in aula e la presidente leggere il verdetto. Per la giuria Zanoncelli è colpevole di omicidio volontario, come tale la pena è quella richiesta dal pubblico ministero Milda Milli: ergastolo. "Non commento un ergastolo - ha detto l'avvocato Alessandro Porchera che difende gli interessi della famiglia della vittima. - Leggeremo le motivazioni della sentenza tra 90 giorni". Nessuna dichiarazione da parte dell'avvocata Maria Laura Quaini, che difende Zanoncelli e che di certo sperava nella riformulazione del capo d'imputazione da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. Probabile il ricorso, dopo il deposito della sentenza.
La parola adesso passa al tribunale civile per la quantificazione dei danni subiti. La famiglia Designati ha da subito rinunciato a chiedere risarcimenti, incaricando l'avvocato Porchera di domandare il minimo possibile. La richiesta, infatti, si è fermata a dieci euro (non è possibile rinunciare del tutto al risarcimento) per convogliare il massimo risarcimento possibile al figlio della coppia, anche lui vittima dell'insano gesto del padre che lo ha privato di entrambi i genitori. Nella sentenza, infatti, il giudice ha tolto la patria potestà a Zanoncelli.
Nella foto, Morena Designati ed Eugenio Zanoncelli