Dal territorio, 11 dicembre 2023

Esoterismo, droga, intenzioni suicidarie.

Ruota attorno a questi tre concetti la morte di Rossella Cominotti, 53 anni di Rivarolo Mantovano con lavoro a Bonemerse, come parrucchiera ambulante ed edicolante, uccisa dal marito Alfredo Zenucchi con un colpo di rasoio la sera di mercoledì scorso, vegliata per due notti e un giorno e poi abbandonata nella stanza d’albergo dove la mattina dell’8 è stata trovata morta.

C’è comunque ancora molto a chiarire in questa tragedia. Per esempio la lettera trovata accanto al cadavere che sembrerebbe scritta da lei, firmata da entrambi. La missiva sarà sottoposta a perizia calligrafica e una sua parente, Nicoletta Belletti, vorrebbe vederla perché conosce la calligrafia di Rossella e non è assolutamente convinta delle intenzioni suicidarie della parente né crede a quanto trapelato dalle parole di Zenucchi, il quale avrebbe riferito che loro avevano già provato a suicidarsi un mese prima e anche il giorno prima di partire.

Una ricostruzione scrupolosa di quanto accaduto la fa il sindaco di Bonemerse, Luca Ferrarini: “Il 28 novembre nel pomeriggio i due sono partiti. Hanno messo un cartello sull’edicola dove si avvertiva che il negozio chiudeva alle 16.30 per motivi familiari. Ho avuto i primi sospetti già il 29, quando ho visto i giornali a terra. Ho pensato io a farli distribuire. Il 30 ho chiamato per telefono i carabinieri di Sospiro per avvertire che questa coppia se ne era andata senza lasciare tracce. Devo comunque dire che si trattava di due persone solitarie. Il 1° dicembre ho saputo che Rossella aveva fissato appuntamenti. Faceva la parrucchiera a domicilio e non si era presentata. Sono anche andato personalmente a vedere a casa loro se per caso fossero tornati, ma non ho trovato nessuno. Quindi il 2 dicembre mattina mi sono recato alla caserma dei carabinieri S. Lucia per esporre questi fatti. Da lì ho cominciato a cercare i parenti della Cominotti e finalmente il 4 sono riuscito a mettermi in contatto con la zia Francesca Schiroli”.

Conferma con qualche perplessità le date del sindaco la zia, 66 anni, che appare un po’ frastornata dalla situazione: ”Sì sono andata dai carabinieri di Bozzolo quando il sindaco mi ha avvertito che non c’erano più tracce dal 28 novembre. Avevo sentito mia nipote il giorno prima per il suo compleanno. Mi era sembrata stranamente parca di parole, di solito parliamo più a lungo, tant’è vero che le ho chiesto se andasse tutto bene, venendo da lei rassicurata”.

Lei ha mai conosciuto il marito?

“No, l’ho visto solo in foto perché quando si sono sposati ho chiesto a Rossella di mandarmi e fotografie”.

Quando ha visto Rossella per l’ultima volta?

“Nel 2019, quando sono arrivati dall’America alcuni nostri parenti. Nel 2017 lei era ricoverata in ospedale a Cremona e io andavo a trovarla tutti i giorni”.

Rossella ha altri parenti”

“Una mamma molto anziana e una sorella. Con la mamma da molto tempo non ci sono rapporti”.

Si è fatta un’idea di perché è successo tutto questo?

“Penso che la colpa sia del marito, della droga. Siamo di fronte a un femminicidio perché ha fatto tutto lui”.