Crema, 21 novembre 2025

La Lega lombarda è nata a Crema, l'ha scoperto lo storico cremasco Luigi Dossena andando a leggere antichi testi.

Le ricerche di Dossena hanno trovato in uno scritto di Francesco Sforza Benvenuti, nel suo libro La Lega lombarda e Crema, edito nel 1876, che si parla delle vicende storiche della Lega lombarda. Il Benvenuti scrive: "I primi germi della Lega lombarda si videro a Crema nel 1159 quando la città era sotto l'assedio del Barbarossa. Ne furono iniziatori milanesi, bresciani, piacentini e Crema". E il capo di questo sodalizio, come scrive il Cardini nel libro Il Barbarossa, fu addirittura papa Adriano IV che stese il trattato di alleanza tra le quattro città, le quali si impegnarono a non far mai pace col Barbarossa senza il consenso papale. Quando sul campo di battaglia si seppe dell'appoggio papale alle quattro città legate dal patto, i cremonesi, che erano alleati di Barbarossa, cominciarono a disertare la battaglia. Sfortunatamente il papa morì anzitempo e il suo successore, Alessandro III, cercò di ammansire l'imperatore inviandogli due lettere di conciliazione, ma senza successo.

Al termine dell'assedio, nel gennaio 1160, Barbarossa distrusse Crema ma l'idea della Lega sopravvisse e poco dopo, nel 1167, venne ripresa a Pontida, dove con alcuni protagonisti diversi, bresciani, bergamaschi, mantovani e cremonesi si unirono in quel che viene considerata, quindi erroneamente, la prima Lega lombarda, giurandosi fedeltà e mutuo aiuto nei confronti di chi avesse osato attaccare uno di loro. A queste quattro città qualche giorno più tardi si unì Milano.

Ma anche in questa Lega c'è il lavoro di un altro nobile cremasco, Pinamonte Vimercati, nobile milanese che si era da tempo trasferito a Crema dove fondò la sua casata e proprio lui fu l'ideatore e il fautore della Lega lombarda. Pinamonte tenne l'appassionato discorso dell'unione nel monastero di Pontida il 7 aprile 1167, assumendo il ruolo di padre della Lega lombarda e portando al famoso giuramento di Pontida nel quale le quattro città (diventate subito cinque) promisero reciproco sostegno.