
Izano, 23 aprile 2025
17 marzo 1945. Manca poco più di un mese alla Liberazione e Angelo Zanoni sta tornando a casa, in incognito, dopo la macchia in Valtellina tra le fila dei Partigiani. Un sicario lo sta aspettando. Gli spara al basso ventre e si dilegua. La madre di Angelo sente la raffica degli spari e scende sulla soglia di casa, trovando così il figlio agonizzante davanti ai suoi occhi. Un martire. Un eroe.
A perenne memoria il comune di Izano gli dedica una lapide e titola con il suo nome la via dove è caduto.
25 Aprile 2024. Un anno fa. A conclusione della cerimonia commemorativa, con la deposizione dei fiori sotto la lapide, Giancarlo Zanoni, nipote di Angelo, avvicina il sindaco, Luigi Tolasi, facendogli notare l'evidente degrado della lapide, con la scritta commemorativa quasi illeggibile e un fermo-sostegno mancante all'angolo superiore. I familiari si offrono di restaurare a proprie spese la lapide, qualora il comune non abbia intenzione di provvedere.
Poiché dopo un anno l'amministrazione non ha fatto ancora nulla a riguardo, i consiglieri della lista civica “Insieme per Izano” presentano una mozione in cui chiedono testualmente a sindaco e giunta l'impegno al ripristino, attraverso un intervento ad hoc, della lapide commemorativa di Angelo Zanoni nella via a lui intitolata.
"E' un atto più che doveroso verso il martire cittadino, emblema di sacrificio per la libertà di tutti noi", sostiene Celestino Cremonesi, capogruppo dell'opposizione.
"Ebbene, nel consiglio del 24 marzo scorso sindaco e maggioranza respingono la mozione con la seguente motivazione: poiché la famiglia ha espresso la propria disponibilità a restaurare la lapide a proprie spese, la sentiremo in merito e se non lo farà, allora ci attiveremo noi. Come dire: che Angelo Zanoni sia morto perché l'Italia si liberasse dalla dittatura e diventasse un Paese democratico è un fatto meramente privato per il quale il comune di Izano, vale a dire le Istituzioni, non è interessato a tutelare il ricordo. Ci pensi la famiglia".