Crema, 13 giugno 2025

(Niall Ferri) Settecentocinquanta chilometri, 9mila metri di dislivello, quattro giorni e mezzo di pedalata in solitaria.

È l’impresa compiuta da Lauro Zanchi, tecnico dell’Istituto Pacioli e appassionato ciclista, che ha raggiunto Roma partendo da Crema lungo la via Micaelica, tracciato antico e poco battuto e alternativa alla più nota via Francigena. Zanchi ha toccato Piacenza, Pontremoli, Aulla, la Lunigiana, la Garfagnana, Lucca, Pisa, Volterra, il Grossetano, il lago di Bolsena, Bracciano e infine è arrivato in piazza San Pietro. Sempre da solo, a volte con il vento contro e il solo bagaglio contenuto nelle borse attaccate alla bici. La via Micaelica, tracciata che collega santuari e luoghi dedicati all’arcangelo Michele, è frequentata perlopiù da pellegrini a piedi. In pochi, finora, l’avevano affrontata in bicicletta.

“Quest’anno non volevo nemmeno andare a Roma – racconta Zanchi – ma poi è diventato quasi impossibile non farlo. Avevo nel cassetto quest’idea, questo progetto e ho deciso di provare a renderlo reale davvero. Ho studiato le tappe a tavolino, cercando strade poco trafficate e mete che un tempo erano già toccate dagli antichi pellegrini”.

Più che un viaggio, una sfida personale dal forte valore simbolico e culturale. “Mi piace l’idea del pellegrinaggio in chiave moderna - dice -. Ho voluto mettere insieme il lato umano, culturale e – perché no – anche spirituale. Ogni viaggio in bici ha dentro qualcosa di più profondo. È un modo per svuotarsi del superfluo e tenersi l’essenziale: le gambe, la bicicletta e la voglia di arrivare”.

A rendere più difficile il percorso, anche l’assenza di percorsi affidabili: “Non esistono mappe precise per chi percorre questo percorso in bici. A volte ho dovuto improvvisare. Ma proprio questa incertezza ha dato senso al viaggio: mi ha permesso di contare sull’intuito e anche sulla generosità delle persone incontrate. Ovunque ho trovato ospitalità, curiosità, solidarietà. E paesaggi meravigliosi”.

Un’impresa non solo sportiva, ma anche filosofica. “Sono anche uno scrittore – spiega Zanchi – e in quanto tale credo di avere una sensibilità diversa. È una filosofia un po’ lontana dalla frenesia quotidiana, ma proprio per questo profondamente gratificante”.

Zanchi è partito di lunedì pomeriggio della scorsa settimana ed è rientrato a Crema nella notte tra venerdì e sabato. “La fatica scompare quando arrivi dove devi arrivare. È una forma di turismo diversa, lontana dall’overtourism. Vorrei che si diffondesse sempre di più: il ciclismo, anche a questo livello, permette di scoprire luoghi esclusivi che in auto non potresti nemmeno notare. Ti permette di vedere davvero”. La prossima impresa? “Vedremo. Probabilmente, l’anno prossimo”.