Crema, 23 aprile 2025

(Boris Parmigiani) Le Strutture Manicomiali, un’indagine storica: è il titolo dell’incontro promosso dall’Araldo Gruppo Culturale Cremasco, in collaborazione col Touring Club Crema e con il patrocinio comunale, sabato scorso nella Sala Frate Agostino da Crema.

Giulia Silvana Venturini, originaria d’Izano, laureata in Scienze infermieristiche, ha condotto una ricerca sulle origini, sull’evoluzione e il personale d’assistenza presente nelle strutture manicomiali, con particolare riferimento al contesto di Crema. L’obiettivo è stato quello di ricostruire il ruolo e la funzione delle figure d’assistenza ai ricoverati, ai malati, alle persone colpite da malattie di natura mentale nell’Opera Pia Pazzi (seconda metà dell’ottocento) e, successivamente, nel manicomio dei Tranquilli di Santa Maria della Croce (prima metà del 1900). Il lavoro di ricerca è stato articolato in diverse fasi: inizialmente è stata ricostruita la storia delle istituzioni manicomiali in Europa, a Valencia; successivamente si è concentrata l'attenzione al panorama nazionale; infine ci si è addentrati nella realtà locale della città di Crema.

L’origine delle strutture manicomiali in Italia sono circoscritte all’Ospedale dei Poveri di Roma (1548), alla Pia Casa di Santa Dorotea dei Pazzerelli a Firenze, (1643) alla Pia Casa della Senavra, a Milano, (1781) ove venivano rinchiusi i malati mentali, gli epilettici, i bambini abbandonati e gli imbecilli.

A Crema, le strutture preposte ad accogliere i malati di mente sono rappresentate dall’ospedale Santa Maria Stella (il più antico) risalente al periodo di Federico il Barbarossa (1120 -1190), dagli ospedali di Santo Spirito e di Sant’Antonio. Nell’Opera Pia Pazzi, a partire dall'800 e nel manicomio dei Tranquilli di Santa Maria della Croce, prima metà del 1900, si registra la presenza di degenti tranquilli e non pericolosi. L’istituto di Santa Maria della Croce, venne aperto nel 1929 (l'anno successivo all'aggregazione con Crema nel 1928), alla presenza di figure assistenziali ben definite, con un regolamento interno per il personale e gli ammalati, senza l’uso di mezzi coercitivi e di contenzione. Gli ospiti pericolosi vennero trasferiti al manicomio provinciale di Cremona. La legge Basaglia, approvata il 13 maggio 1978, sancì la chiusura dei manicomi, riformando il sistema di cura dei malati mentali, dando vita a una svolta nell’universo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici, precedentemente relegati all’isolamento, alla coercizione, alla contenzione fisica, generando, in tal senso, migliori condizioni per una vita dignitosa. Basaglia mise al centro la persona e non la malattia.