Roman, 29 giugno 2021
Caritas italiana ha celebrato a Roma il 50° di fondazione. Le delegazioni delle 218 Caritas diocesane presenti sul territorio nazionale si sono ritrovate venerdì pomeriggio a Roma nella basilica di San Paolo fuori le mura per una liturgia della Parola, nella quale le letture di alcuni brani della Sacra Scrittura relativi alla Carità si sono alternate con quelle di passi da lettere e messaggi inviati nel corso degli anni dai papi Paolo VI – che ha voluto e fondato l’organismo pastorale nel 1971 – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.
“Significativo – attesta Claudio Dagheti, direttore di Caritas Crema – l’intervento del cardinal Luis Antonio Tagle, arcivescovo filippino, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente di Caritas internationalis, il quale ci ha ricordato come la nostra attività debba fondarsi nella relazione con i poveri, senza mai essere uno strumento di visibilità o carriera personali. Facendo invece da megafono alle situazioni di ingiustizia che spesso vivono gli ultimi.”
Il sabato mattina, invece, i circa mille delegati son confluiti nell’aula Paolo VI – fra l’altro nella ricorrenza del 50° di inaugurazione della stessa – dove in attesa di incontrare papa Francesco, ogni regione ecclesiastica ha portato una testimonianza. E per la Lombardia è intervenuto Fabrizio Motta, operatore di Carita Crema, che ha raccontato del percorso di formazione sull’educazione alla mondialità e degli stili di vita realizzato in ambito regionale.
“Nell’udienza – riferisce Dagheti – papa Francesco ha mostrato un grande affetto per tutti gli operatori e i volontari Caritas, lì rappresentati dai delegati, ribadendo il suo sogno di una Chiesa centrata sul servizio ai poveri: Confermo il vostro compito, ci ha detto. Nell’attuale cambiamento d’epoca le sfide e le difficoltà sono tante, sono sempre di più i volti dei poveri e le situazioni complesse sul territorio. Ma, come diceva San Paolo VI, ‘le nostre Caritas si prodigano oltre le forze’ (Angelus, 18 gennaio 1976) e questo è vero!”
Francesco ha poi indicato tre vie: la via degli Ultimi, quella – altrettanto irrinunciabile – del Vangelo e la via della Creatività.
“Sulla prima – sottolinea Dagheti – il Papa ci ha ricordato che si parte dai più fragili e indifesi e che se non si parte da loro non si capisce nulla. Partire dai poveri significa allargare lo sguardo, ma anche guardare con i loro occhi la realtà. Sono loro, ci ha detto inoltre, che mettono il dito nella piaga delle nostre contraddizioni e devono inquietare le nostre coscienze invitandoci al cambiamento.”
“Riguardo alla seconda via – prosegue il direttore Caritas – ci ha ricordato che lo stile che si deve avere è quello del Vangelo, dell’amore umile, concreto ma non appariscente, che si propone ma non impone. È lo stile di servizio di Gesù. E come per Gesù le espressioni di denuncia non devono essere polemiche contro qualcuno, ma profezia per tutti. È far udire il grido soffocato dei poveri, è proclamare la dignità umana quando è calpestata, è dare voce a chi non ce là.”
Quanto alla via della Creatività, essa permette di non scoraggiarsi di fronte al numero crescente di poveri e di non deprimersi, lasciando spazio allo Spirito che suggerisce forme di agire adeguate ai tempi e ai bisogni.
“La celebrazione del 50° a Roma – attesta ancora Claudio Dagheti – è stata un’esperienza coinvolgente. E speriamo che sia l’avvio, come auspicato dal Papa, di un cammino di rinnovamento concreto e rilancio dell’impegno dell’intera Chiesa per gli ultimi. “Anche il fatto di esserci ritrovati, dopo le chiusure per la pandemia, con i colleghi delle altre Caritas diocesane di tutta Italia è stata l’occasione che ci ha fatto sentire inseriti in un cammino comune, di una Chiesa che vuol metter davvero al centro i poveri e le comunità parrocchiali.”
“Per la nostra Caritas di Crema – conclude – è stato un momento di verifica e confronto sul tema fondamentale che fede e carità, Vangelo e ultimi sono dimensioni inscindibili e possono essere coniugate nell’attività concreta lasciando spazio alla creatività dello Spirito.”
Nelle foto, il Papa con mons. Redaelli e la delegazione di Crema con quella di Reggio Emilia