Soresina, 23 settembre 2022

Un macchinario inceppato e lui che cerca di sistemarlo. Improvvisamente il tornio riprende a funzionare e per Alberto Pedrazzi è la fine. Il braccio viene risucchiato dal tornio che lo colpisce anche in testa e l’uomo resta schiacciato, riportando ferite non più rimediabili. Morirà in pochi momenti.

Ieri nel primo pomeriggio, erano circa le 14, nell’officina meccanica fondata dal padre Giacomo oltre 40 anni fa e con sede in via Marzabotto al 10, per Alberto Pedrazzi è successo l’irreparabile. Un tornio si ferma, forse perché qualcosa è rimasto incastrato nell’ingranaggio. Interviene Alberto Pedrazzi, 49 anni, uno dei titolari dell’azienda. La macchina viene spenta, Pedrazzi controlla cosa c’è che non va, forse trova anche il motivo dell’arresto improvviso della pesante macchina, ma non fa in tempo a rendersi conto di cosa stia succedendo che improvvisamente il grosso tornio riprende a muoversi, ghermisce un braccio e tira a sé Pedrazzi, che resta gravemente ferito sotto gli occhi atterriti della decina di persone che lavorano nell’officina.

Subito vengono chiamati i soccorsi, il ferito perde ben presto i sensi. Pochi minuti e sul posto arrivano auto medica e un’ambulanza. Il medico, vista la gravità dell’infortunio, fa alzare un elisoccorso da Brescia, mentre cerca in ogni modo di strappare alla morte la vittima. Ma non c’è nulla da fare: troppo importanti le ferite riportate dal lavoratore che muore in pochi minuti.

Quando arriva l’elisoccorso la tragedia si è ormai compiuta.

Sul posto arrivano i carabinieri e i vigili del fuoco di Crema, per liberare il corpo dal tornio. Insieme a loro ci sono anche i tecnici dell’Ats Valpadana che mettono sotto sequestro il macchinario. Provvederanno a capire come è potuto accadere un incidente così grave, così assurdo.

Sul posto anche i carabinieri della stazione di Soresina coordinati dal comandante Andrea Guarino che hanno aperto un’inchiesta e raccolto le prime testimonianze dei colleghi della vitima.

Il cadavere viene trasportato nell’obitorio dell’ospedale di Cremona, a disposizione del magistrato, il quale, informato del fatto, in breve decide di non far eseguire l’autopsia e di restituire il corpo alla famiglia per i funerali. Alberto Pedrazzi era residente a Soncino con la compagna. Non aveva figli. Oggi sarà decisa la data dei funerali.


Nella foto, l'elisoccorso e la vittima