Crema, 13 gennaio 2025
(Annalisa Andreini) Un anniversario in bianco e una valanga di ricordi.
Molti ricordano, forse con nostalgia, la nevicata del 13 gennaio 1985: una data storica impressa nella mente.
Iniziò a nevicare di mattina e la neve continuò a scendere imperterrita fino al 17 gennaio. In 72 ore( tre giorni e tre notti) caddero ben 90 centimetri di neve: certamente una bella differenza rispetto a oggi, in cui il sole è stato protagonista della giornata, insieme al freddo e al gelo mattutino.
Un clima e un paesaggio decisamente diversi.
Oggi però in tanti si sono ritrovati immersi nei ricordi di una nevicata considerata storica, di cui ricorre il 40esimo anniversario.
Un record assoluto, che negli anni non è mai stato uguagliato e che aveva reso quasi fiabesco anche il territorio della pianura cremasca.
Certo, i disagi alla circolazione furono notevoli ma nessuno li ricorda. In tanti invece oggi, attraverso i canali social, hanno ricordato l’incanto del manto nevoso che aveva avvolto tutto e tutti in un paesaggio magico, silenzioso e ovattato.
Mai il nostro territorio aveva assistito a un evento climatico di una così grande portata, con una temperatura che aveva toccato anche i meno dieci, i meno tredici gradi e addirittura anche i meno quindici gradi: un autentico record anche questo.
Tanti i ricordi nostalgici dei cittadini della città di Crema e delle campagne circostanti: “Mi ricordo che per tanti giorni non siamo andati a scuola - dichiara sorridendo una cittadina cremasca - e le auto erano completamente sepolte dalla neve. La cosa bella del paesaggio era l’assenza di confini tra le strade e la campagna intorno. Era un tutt’uno bianco, si faceva fatica a visualizzare strade e marciapiedi e a rispettare i semafori. Tutti i bambini erano a casa e nei cortili giocavano a palle di neve oppure facevano le classiche scivolate utilizzando i sacchi neri della spazzatura. Ricordo che Crema era completamente bloccata e lo è stata per tre giorni, senza però che nessuno si lamentasse più di tanto. Ci si arrangiava come si poteva e forse si apprezzava di più la bellezza della natura intorno a noi, imparando a rispettare la bizzarria del tempo con più leggerezza e più calma, nonostante i disagi e i problemi per chi doveva recarsi al lavoro. Tutti avevano una pala in mano!
I treni erano tutti in grande ritardo o addirittura non partivano proprio e le auto non riuscivano neppure a uscire dai cancelli di casa, bloccate dalla coltre bianca.
Si procedeva solo a piedi e ricordo di aver camminato molto in quei tre giorni. Se capitasse oggi immagino la valanga di lamentele sui social per qualsiasi cosa!
Ricordo, per esempio, che per il freddo si erano bloccate anche tante caldaie e tanti contatori”.
Insomma si faceva fatica a ritornare alla quotidianità e si era avvolti da un’atmosfera quasi senza tempo e senza luogo.
Momenti storici, che hanno lasciato tante tracce ancora vivide nella memoria e che, al contempo, ci offrono anche tanti punti di riflessione sul nostro vivere frenetico di oggi.