Crema, 09 aprile 2025 

(Annalisa Andreini) Tutto il bello del progetto Come un diamante: continuare a brillare sempre e ri-scoprirsi belle, anche nella malattia.

Ha festeggiato oggi in grande stile il progetto Come un diamante che ha unito, in un lungo percorso educativo partito nel marzo 2015, oncologia e benessere, cura e attenzione per le donne che stanno attraversando un momento di fragilità fisica e psicologica.

Un progetto, che come ha ricordato la direttrice generale Paola Brugnoli nel corso dell’evento pubblico all’interno dell’aula magna del CrForma di Crema: "Lascerà il segno e continuerà a portare luce. È un’esperienza di vita nata con l’obiettivo di portare sollievo, bellezza e serenità alle persone in terapia oncologica, dimostrando che anche il benessere fa parte della cura”. I ringraziamenti vanno a un team: gli esperti e i professionisti del reparto di oncologia dell’Asst di Crema, che hanno condiviso conoscenze tecniche, comunicative e di approccio alle donne con terapia oncologica e i docenti dei corsi di Esterica e Acconciatura ( e anche Sala bar per il servizio di tisane e piccole merende) che hanno accompagnato gli studenti, per farli diventare professionisti consapevoli e capaci di riconoscere anche gli aspetti emotivi”. Quel tocco speciale che trasmette calore e autostima.

Non si è parlato solo di estetica oncologica e trattamenti, ma anche di capacità di ascolto, empatia, speranza, fiducia, coraggio e soprattutto intelligenza emotiva.

Referente e ideatrice del progetto per CrForma Alessandra Bilato, che ha ricordato che sono partite con quattro spazzole, un phon e tanta volontà e poi il progetto è cresciuto nel tempo con 280 studenti. che si sono avvicendati negli anni: “Ciò che accumuna scuola e ospedale è la prevenzione e la protezione e vedere le modelle come persone e non come pazienti e gli studenti prendersi cura di loro è stato potente”. 

Accanto a lei la psiconcologa Clara Pellizzari che ha sottolineato l’unione scuola-struttura complessa di oncologia( rappresentata oggi dal direttore Gianluca Tomasello):” In questi anni il progetto ha offerto momenti di benessere a diverse pazienti che, in diverse fasi della vita, stavano affrontando una prova difficile. Ha donato sollievo alle donne, dando loro l’opportunità di vedere un’immagine rinnovata e non provata dalla malattia. I giovani studenti invece hanno potuto sperimentare un’esperienza relazionale importante, che li aiuterà a riflettere luce”. 

Partner dell’iniziativa La Casa di Ale( ha donato alle modelle dei foulard), l’associazione Be Happy Love Life( ha offerto tazze rosse con all’interno un pensiero di speranza), l’Associazione Rubino, la Galleria delle Erbe e Ancorotti Cosmetics, che hanno contribuito per i materiali da utilizzare nei laboratori pratici tenuti da marzo ad aprile e mai interrotti( nella modalità on line durante il Covid).

La presidente dell’associazione Rubino, Giuliana Riboli, ha affermato di aver constatato di persona i grandi risultati e il giovamento delle modelle: un modo per restituire loro dignità e autostima e empatia nelle alunne, che hanno imparato ad avvicinarsi con delicatezza a queste modelle speciali. 

In conclusione hanno parlato della loro esperienza proprio tre alunne, Enny, Chiara e Josephine: “All’inizio non è stato facile ma poi siamo riuscite a fare trattamenti specifici: un’opportunitá che ci ha arricchito a livello umano oltre che professionale”. 

A testimonianza di tutte le compagne di viaggio la modella Simona Maiorana, era visibilmente commossa: “Ho trovato un posto dove non ero la mia malattia ma una modella”. 

A conclusione un buffet dolce e salato preparato dagli studenti e dai professori del settore ristorazione e sala bar del CrForma sotto la guida del docente Davide Carminati e della pasticcera Elisabetta Leani, attenta alle materie prime utilizzate e alle valide ma gustose alternative senza latticini, zucchero e glutine.

Un plus che merita un grande applauso.

Un pomeriggio che ha emozionato i presenti e ha dimostrato tutto il valore di un progetto sociale realizzato col cuore.

Un ringraziamento alla dirigente Chiara Capetti, che ha creduto fin dall’inizio nella potenzialità di questo percorso di vita e di speranza e un grazie speciale va alle docenti Gabriella Reschetti e Francesca Boselli per la loro competenza e passione nella realizzazione del progetto.