Crema News - "Mi mandano in strada"

Bagnolo, 31 marzo 2023

(Valentina Ricciuti) “Tra poco non saprò dove vivere e il comune dice che non può aiutarmi”.

Michela Trinchi ha perso tutto e ora rischia di finire per strada. Al momento non ha un tetto stabile e alloggia in un motel a Monte Cremasco per 50 euro al giorno. Un ictus due anni fa la lascia paralizzata e la priva della possibilità di lavorare e percepire un regolare stipendio: “Quando ci si ammala si diventa non solo inutili ma anche invisibili per la società. Lo so, è una frase triste ma fotografa perfettamente la situazione in cui mi trovo e ciò che purtroppo sento”. 

Così la residente spiega la situazione: “Sono portatrice di disabilità. Con 462 euro di pensione di invalidità non ce la faccio a pagare un affitto. Tra poco finirò quel poco che ho da parte e non saprò più come sopravvivere”. 

La 46enne conferma di non avere alternative e di aver perso tutto: “Non ho proprietà immobiliari, né eredità familiari. Sono separata e mio figlio di 12 anni è affidato a me. Vivevamo da mio suocero fino a una decina di giorni fa ma si sa, dopo un po’ l’ospite è come il pesce, inizia a puzzare e ho dovuto sloggiare. Nessun familiare in questo momento mi sta aiutando. Mio papà, la mia stella polare, è venuto a mancare e purtroppo con mia madre non sono in buoni rapporti. Chi afferma che dovrei tornare con il mio ex marito non si rende conto che se ci siamo separati non è stato per capriccio ma perché c’erano delle motivazioni valide. Tra l’altro lui oggi si è rifatto una vita. Mio figlio è temporaneamente dal papà finché non riuscirò a trovare una via d’uscita. Non potevo permettere che vivesse questa brutta situazione”. 

Michela spera di ottenere un alloggio dalle istituzioni e per questo ha presentato una richiesta ancora lo scorso ottobre: “Non posso pensare di chiedere ospitalità ad amici o parenti. Sono stata dagli assistenti sociali e ho parlato anche con il sindaco ma mi è stato detto che al momento non ci sono alloggi per me”. 

Il primo cittadino Paolo Aiolfi specifica: “La signora Trinchi ha partecipato al bando per l'assegnazione dell'unico alloggio disponibile nel comune di Bagnolo Cremasco al momento della richiesta. È arrivata terza nella graduatoria fatta dall'ente preposto (che non è il comune). Come amministrazione non siamo legittimati a stravolgere la graduatoria né ad assegnare l'alloggio a una persona diversa da quella che ha ottenuto il punteggio più alto. Mi spiace che la signora abbia avuto un problema di salute che le ha causato parziali difficoltà di movimento a un braccio e una gamba ma la signora ha un reddito, una figlia maggiorenne, una mamma e due fratelli che sarebbero obbligati dagli artt. 404 ss, 433, 441, 443 del codice civile, oltre gli artt. 570, 591 del codice penale all'assistenza del parente con limitata autonomia. Molte delle persone che fanno richiesta per gli alloggi, non hanno questa fortuna. Non entro nel merito dei motivi per i quali i parenti diretti rifiutano l'ospitalità alla signora che potrà, in ogni caso, partecipare al prossimo bando per l'assegnazione di un altro alloggio che si è liberato qualche giorno fa per il decesso della persona che lo occupava”. 

Da ottobre a oggi sono trascorsi sei mesi e il comune, dopo aver escluso il primo in graduatoria a causa di documenti non regolari, sta ancora verificando la documentazione del secondo arrivato e che precede Michela. In uno stato di diritto è accettabile che chi è in difficoltà venga lasciato per strada in attesa delle pratiche burocratiche? È accettabile fare spallucce affermando che non si può prescindere dalle lungaggini degli iter per aiutare un proprio cittadino in estrema difficoltà? È accettabile che servizi sociali degni di questo nome non supportino le persone in difficoltà seguendole passo dopo passo per espletare in modo corretto le richieste agli enti preposti?


Nella foto, Michela Trinchi