Crema, 30 agosto 2022
Il 28 gennaio 1972 moriva Dino Buzzati, scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo, poeta e critico musicale. A distanza di cinquant’anni, vogliamo ricordarlo attraverso la messa in rilievo della sua modernità.
“Questa serata nasce con l’intento di onorare Dino Buzzati, una delle personalità più eclettiche e interessanti del Novecento italiano. L’opera di Buzzati è in grado di parlare a tutti, dai bambini, si pensi a La famosa invasione degli orsi in Sicilia, recentemente trasposto in un film d’animazione da Lorenzo Mattotti, agli adolescenti che trovano appassionanti certi racconti inquietanti, agli adulti che trovano affascinante l’utilizzo del fantastico come modo per riflettere da un lato sulla condizione dell’uomo e dall’altro che non esiste una verità univoca, ma una serie infinita di possibili verità che, alla fine, si rivelano tutte illusorie”, spiega Silvia Zangrandi, Professore Associato di Letteratura Contemporanea allo IULM.
Da Il segreto del Bosco Vecchio, che ragiona attorno al rapporto essere umano-ambiente; al celeberrimo Il deserto dei Tartari, mirabile spaccato della fuga inesorabile del tempo; ai racconti Una goccia, Gli amici, Il Colombre, che si occupano delle angosce dell’uomo contemporaneo, le tematiche fortemente attuali di Buzzati lo ricordano attraverso un linguaggio lineare mai banale e, dunque, universale.
Lo spettacolo “Uno scrittore che comincia per B” andrà in scena venerdì 9 settembre ore 21 a Palazzo Zurla De Poli, in via Tadini 2 a Crema.
Ingresso libero e gratuito con prenotazione via email a info@palazzozurla-depoli.it , via sms al 339 8086059.
Dedicato al poliedrico artista nell’anniversario dei cinquant’anni dalla scomparsa, l’evento celebra i suoi più famosi racconti e si suddivide in momenti di recitazione a cura dell’attore Jacopo Zerbo, di interpretazione musicale al pianoforte del Maestro Marco Marasco e del commento della professoressa Silvia Zangrandi, che presenta le tematiche fondamentali dello scrittore bellunese.
Nella foto, Dino Buzzatti e il suo celebre quadro Il Duomo di Milano