Trigolo, 15 novembre 2024
(MDA) Presidio di Animal Equality sotto palazzo Lombardia, sede della giunta regionale, per denunciare i maltrattamenti subiti dai suini in molti allevamenti intensivi. Dopo la protesta sotto il palazzo comunale del paese cremasco gli attivisti si sono ritrovati anche a Milano per chiedere interventi e maggiori controlli all'interno degli allevamenti e nei mattatoi. L'associazione animalista tra il 2023 e il 2024 ha tenuto gli occhi puntati su un macello di Trigolo e ha presentato ai magistrati prove video e fotografiche che dimostrerebbero la violazione delle leggi a tutela degli animali.
Al presidio ha partecipato anche Paola Pollini, consigliera regionale pentastellata: "Sono qui a sostenere la causa. Dobbiamo dire basta maltrattamenti, chiedere misure urgenti e ispezioni straordinarie. Il video girato all’interno del mattatoio dell’azienda cremasca non lascia spazio a dubbi: le immagini sono la prova di come gli operatori abbiano agito, affinché gli animali patissero inutili sofferenze".
Cosa prevede la legge?
"Non ci stancheremo mai di ricordare come la legge vieti di arrecare inutili sofferenze agli animali destinati al macello. Motivo per cui la normativa obbliga a procedere stordendo i capi, di modo da impedir loro di provare sofferenza negli ultimi istanti di vita. Quando ciò non accade, come documentano le immagini del macello di Trigolo, il trattamento riservato agli animali sgozzati vivi nel pieno della loro coscienza, diventa mostruoso".
Cosa chiederete a Regione Lombardia?
"È proprio per impedire che tali mostruosità si ripetano che abbiamo interrogato Regione Lombardia, per chiedere all’Assessore se sia o meno a conoscenza dei fatti e se intenda predisporre misure urgenti e ispezioni straordinarie all’interno dei macelli lombardi.
Tutto quello che abbiamo visto e sentito in quel video non ha nulla a che vedere con l’eccellenza e chiediamo una seria e netta presa di posizione da parte della giunta di centro destra".
Si parla spesso di eccellenza, cosa ne pensa?
"Purtroppo, sempre più spesso il lavoro di attivisti giornalisti e associazioni dimostra come comportamenti come quelli visti in provincia di Cremona non siano un’eccezione.
Ancora una volta, una funzione, quella della vigilanza e del controllo su situazioni simili, è lasciata scoperta dalle istituzioni. Mi auguro, che dietro la scarsità dei fondi messi a disposizione non vi sia una precisa volontà politica. Quella cioè di non disturbare i produttori, a scapito degli interessi non solo degli animali, ma soprattutto dei consumatori".