Castel Gabbiano, 19 febbraio 2018

Due pozzi su tre contengono inquinanti. Lo dicono le analisi eseguite dalla ditta Flamma spa di Isso in seguito a una vicenda che si sta trascinando dalla scorsa estate. Ma la stessa ditta che ha trovato gli inquinanti afferma due cose: la prima è che lei non fa uso di questi composti e la seconda è che sin dal 2014 aveva avvertito il mondo di aver riscontrato nelle acque del sottosuolo uno dei due inquinanti.

Riassumendo, la ditta Flamma era stata incaricata di controllare le acque dei pozzi a valle per verificare la presenza di inquinanti trovati dall'Arpa il 26 giugno dello scorso anno. Questi pozzi erano situati nei comuni di Castel Gabbiano e di Camisano. Le analisi sono state eseguite lo scorso 29 gennaio e i risultati sono arrivati in questi giorni. In due pozzi, entrambi in territorio di Castel Gabbiano sono stati trovati inquinanti. Nel primo ci sono triclorometano e tricloroetilene in percentuale maggiore allo stabilito, mentre nel terzo c'è la presenza del solo triclorometano. Ma la ditta fa sapere che non utilizza per le sue lavorazioni nessuno di questi composti e che nel 2014 ne aveva già denunciato la presenza nelle acque del sottosuolo.

I pozzi analizzati non sono utilizzati per acqua potabile. Tuttavia, servono per irrigare i campi e probabilmente anche per abbeverare il bestiame. Quindi, seguendo la catena alimentare, alla fine i due prodotti che possono indurre il cancro, alla fine finiscono nell'organismo umano.