Crema, 22 dicembre 2025
Condannata definitivamente a sette anni di galera per riduzione in schiavitù, una donna di 39 anni straniera ha visto ieri aprirsi le porte del carcere di Verziano.
Il fatto che ha portato in galera la straniera risale al 2015. In quell'anno la donna con la complicità di un uomo aveva convinto una famiglia del suo Paese a inviare in Italia la figlia, con la promessa di un lavoro come baby sitter. La ragazza aveva attraversato l'Africa viaggiando a bordo di pullman e di auto per arrivare fino in Libia, dove era stata sistemata su un barcone e spedita in Italia.
Una volta giunta a Lampedusa, aveva ricevuto un permesso di soggiorno provvisorio di tre mesi e aveva raggiunto Crema, dove si era presentata dalla donna che aveva convinto i suoi genitori a farla venire in Italia.
Qui la realtà si è rivelata subito ben diversa. I due aguzzini hanno immediatamente sequestrato i documenti e il permesso di soggiorno alla ragazza e poi le hanno detto che avrebbe dovuto prostituirsi per ripagare il debito che aveva con loro. Alle prime avvisaglie di ribellione, l'uomo aveva cominciato a picchiare la giovane che, dopo poco, si era ritrovata in strada. Inoltre, i soldi che percepiva per il suo lavoro venivano sequestrati dai due.
La questione si era protratta per alcuni mesi fin tanto che la ragazza si era confidata con una persona, la quale aveva riferito quanto stava accadendo alle forze dell'ordine. Di qui la liberazione della giovane e l'arresto dei due schiavisti.
Tutto questo nel 2016. Il processo alla 39enne è stato istruito e portato a termine nel tribunale di Cremona nell'ottobre del 2024, con la condanna a sette anni di galera, sentenza ribadita quest'anno dalla Corte d'appello di Brescia e diventata inappellabile qualche settimana fa. Di qui l'ordine di carcerazione per la 39enne che è stata raggiunta nella sua abitazione di Crema e portata nel carcere di Verziano.