Crema News - Dal territorio - Maxifrode da 30 milioni indagata una lodigiana

Lodi, 12 dicembre 2025

(Andrea Biraghi) C’è una donna di 50 anni residente a Vidardo tra gli indagati della maxi inchiesta condotta dalla procura di Brescia su un vasto sistema di truffe, riciclaggio e false fatturazioni. La cinquantenne risulta intestataria di alcune società che, secondo gli investigatori, sarebbero state utilizzate per movimentare denaro illecito e per emettere fatture per operazioni mai avvenute.

Da questo nome legato al territorio lodigiano si apre un quadro molto più ampio. L’indagine della polizia ha infatti portato a nove fermi e quindici indagati complessivi, tra italiani, albanesi, cinesi e nigeriani, attivi su più province italiane. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe messo in piedi una rete capace di far girare circa 30 milioni di euro in soli sei mesi, usando società cartiere e conti correnti di comodo.

Il caso è esploso dopo una frode informatica ai danni dell’Opera di Santa Maria del Fiore, la onlus che gestisce il Duomo di Firenze. I truffatori sarebbero riusciti a dirottare un pagamento destinato ai lavori di restauro: un bonifico da 1,785 milioni di euro è finito su un Iban fasullo, creato appositamente. Una volta incassati, i soldi venivano inseriti nello stesso circuito di società, prestanome e operazioni simulate.

Il meccanismo individuato dalla procura si reggeva su due pilastri.

Da un lato, la frode informatica: intercettare comunicazioni e pagamenti, sostituire gli estremi bancari e incassare bonifici destinati ad aziende reali.

Dall’altro, il sistema delle false fatturazioni, che permetteva di generare costi fittizi, abbattere l’imponibile fiscale e restituire parte del denaro in contanti, già ripulito, agli imprenditori compiacenti.

Il giro è stato ricostruito attraverso perquisizioni e analisi dei conti: la polizia ha sequestrato oltre 500mila euro in contanti che si sommano ad altri 200mila euro recuperati in una precedente operazione collegata alla stessa indagine. Le movimentazioni toccano le province di Brescia, Milano, Bergamo, Prato, Rieti, Vicenza e Lodi.

La posizione della donna di Vidardo è legata al ruolo delle società a lei intestate nel circuito finanziario del gruppo. Le verifiche ora puntano a chiarire il livello di coinvolgimento di ciascun indagato e la catena completa dei passaggi di denaro.