Crema, 23 marzo 2018

Le ultime vicende relative alla bocciatura sancita dell’Anac sulla cessione del 51% di Lgh ad A2A, operazione che vede coinvolta Scrp, confermano quello che Fratelli d’Italia da tempo sostiene: la partecipata dei comuni cremaschi è una società da chiudere.
Dopo la bocciatura abbiamo letto un’intervista pubblicata il 17 marzo su Crema News al presidente della società, Pietro Moro. Un passaggio ci ha colpito, laddove l’intervistatore gli chiede: «Moro, che cosa cambia?»
«Per quel che ne so io, non cambia nulla».
«Perché?»
«Perché l'Anac non ha eccepito sull'operazione che non viene messa in discussione, ma sulle modalità».
«E quindi che si fa?»
«Noi nulla. Abbiamo il più grande studio legale che ci ha seguito nell'operazione: toccherà a lui rispondere».
Ci fa piacere la tranquillità olimpica del presidente di Scrp. Un po’ meno piacere è sapere che lo studio legale lo pagano i cittadini e se, come sostiene con orgoglio il presidente Moro, si tratta del più grande studio legale di Milano, ci viene da pensare che costerà decine di migliaia di euro.
Abbiamo appreso che durante un’assemblea dei sindaci soci erano emerse le perplessità fatte proprie dall’Anac, ma che erano state minimizzate dal consiglio di amministrazione.
Infine abbiamo scoperto che la decisione di aderire all’operazione (che per Scrp significava la cessione del 51 per cento della propria quota in Lgh per un valore di poco più di dieci milioni di euro) è stata approvata dal solo consiglio di amministrazione e non dai soci.
Ora, tutto questo ci lascia perplessi, e ci fa riflettere e concludere che il presidente Moro non ha capito quale sia il ruolo di una società pubblica, e quindi dovrebbe trarne le dovute conseguenze anche se, secondo lui, la delibera dell’Anac non cambia nulla.

Giovanni De Grazia