Territorio, 14 novembre 2024

(Marco Degli Angeli) Via libera senza valutazione d'impatto ambientale (Via) a tutti gli impianti di biogas. L'assessore leghista all'ambiente Giorgio Maione ha presentato un emendamento per eliminare l’obbligo della Valutazione di Impatto Ambientale per tutti gli impianti di biogas collegati agli allevamenti intensivi. Con la proposta presentata in commissione viene di fatto eliminato il limite di 300 tonnellate/giorno, finora in vigore, di materiale trattato sopra il quale la Via è obbligatoria. Allo stesso tempo viene spostato il limite per l’assoggettabilità alla VIA (una sorta di VIA semplificata e più blanda) da 150 a 500 tonnellate/giorno. In sostanza, sotto i 500 t/g niente VIA e niente assoggettabilità. Il rischio è che la nostra provincia, che detiene già il record a livello nazionale di presenza di impianti a biogas, diventi ancor di più il territorio prescelto per smaltire i reflui zootecnici. La decisone risulta inoltre alquanto contraddittoria rispetto alle linee regionali che per contrastare l'inquinamento obbligano i cittadini a pagarsi i controlli annuali per la verifica dei fumi delle caldaie domestiche e ad un oneroso turnover del parco veicoli circolante. Il settore zootecnico ed agricolo sono infatti tra le maggiori cause di inquinamento e la decisione dell'assessore al contrario riduce controlli e semplifica autorizzazioni per impianti impattanti dal punto di vista ambientale e sanitario.

Ma cosa significa 500 tonnellate/giorno di materiale trattato? Se una vacca produce 35 kg di letame al giorno, per avere un impianto di tale capacità servirebbe un allevamento da 14.200 vacche e se un maiale produce 50 kg, servirà un allevamento da 10.000 suini. 

Dura la presa di posizione della consigliera pentastellata Paola Pollini "Sono numeri irragionevoli che non trovano alcuna corrispondenza nella realtà.

Per questo motivo riteniamo che questa norma potrebbe e dovrebbe essere attenzionata dalla Corte costituzionale e segnaleremo con ogni strumento l’ennesimo tentativo di Regione Lombardia di eludere le norme nazionali invadendo un campo che non è di sua competenza. L’Assessore si nasconde parlando di richieste degli agricoltori, che stranamente però non sarebbero mai arrivate in commissione, e dietro all’esigenza di semplificazione. Semplificare però non significa legalizzare l’anarchia.

Soprattutto quando si tratta di questioni delicate per il territorio, come quelle che riguardano la tutela ambientale"