Crema News - Crema - Esposto alla Corte dei conti

Crema, 09 agosto 2024

"Riparare il ponte di via Cadorna costava, nel primo progetto, circa un milione di euro. Oggi costa molto di più, si sussurra di oltre 2.500.000 di euro, cifra per difetto ed escluso il costo per un eventuale ponte provvisorio. Se tanto mi dà tanto circa 4 milioni complessivi di euro".

Lo afferma il consigliere d'opposizione Simone Beretta, che continua: "Passano i mesi, cambia la giunta con il licenziamento dell'assessore ai lavori pubblici Gianluca Giossi, ma dal fronte il silenzio continua a risultare stridente, preoccupando ancora di più la città. Mai un'informazione per quanto la città si chieda, oggi come allora, che problemi così difficili ci siano da superare che non siano risolvibili in tempi accettabili e a oggi non ancora pubblicamente risolti".

In realtà il nuovo assessore Giorgio Pagliari parla di studio alla fine e che a breve, ai primi di settembre, il progetto sarà presentato alla città.

"Sono fuori tempo massimo su tutto e l'impegno del sindaco verso i consiglieri comunali di renderli partecipi rispetto a future scelte suona più di eventuale futura pezza giustificativa che di una reale partecipazione. Prenda buona nota il sindaco che, come per altri problemi irrisolti, il tempo è scaduto".

Quindi che cosa vuole fare?

"Entro la fine di settembre presenterò un esposto alla Corte dei Conti perché siano questo organo a verificare che il succedersi degli accadimenti e dei progetti e dei relativi crescenti costi conseguenti non abbiamo portato a distrazioni di fondi incompatibili con la buona amministrazione".

Secondo lei siamo ben al di là del tempo necessario?

"Basta ricordare: la prima gara aggiudicata non rilevava necessario un ponte provvisorio, garantendo il doppio senso di marcia durante i lavori di riqualificazione. Ma l'impresa ha rinunciato otto mesi dopo aver vinto la gara, senza mai cominciare. Perché il comune ha aggiudicarono la gara se l'impresa non sarebbe stata in grado di ottemperare agli impegni assunti? E poi c'è stata una seconda gara dai contorni indefiniti. Continuiamo ad avere l'impressione che stanno ancora navigando a vista senza avere certezze sulla soluzione del problema".

Ma i progetti presentati sono diversi.

"Abbiamo analizzato i progetti predisposti, dal primo studio del 2019 arrivato fino alla gara d’appalto e all’assegnazione dei lavori nel 2021, al più recente progetto del 2023. La relazione di calcolo strutturale presenta, nella versione del 2023, una notevole serie di integrazioni rispetto a quella del 2021. Ma i primi capitoli della stessa relazione sono perfettamente identici. L’eventuale necessità di ottemperare anche alla classificazione sismica in regione Lombardia risale al 2019, per cui se ne sarebbe già dovuto tener conto. Il programma di calcolo utilizzato e il modello di calcolo del ponte è il medesimo. La relazione sulla conoscenza della struttura e il rilievo del degrado del ponte è invariata: la relazione generale, la relazione specialistica, l’Inquadramento dello stato di degrado e l’Impalcato: stato di degrado nei due progetti sono esattamente identici. Quali sono quindi le motivazioni che spinsero gli stessi progettisti del primo progetto a modificare in modo sostanziale il progetto?".

E sulla chiusura per un anno del ponte?

"Continuiamo a ritenere necessario e imprescindibile un ponte provvisorio. La scelta (o l’obbligo!?) di una chiusura totale del ponte per almeno un anno è stata certamente una decisione che non poteva essere presa senza lo studio di possibili alternative, costi quel che costi".