Dal territorio, 29 settembre 2024
(Sara Barbieri) Si è spenta mercoledì scorso, a 89 anni, Maria Teresa Brescianini, la nota vedova Runk del celeberrimo film L’Albero degli Zoccoli del regista bergamasco Ermanno Olmi.
Era una delle protagoniste femminile del film capolavoro più amate dal pubblico ed è rimasta nel cuore di tanti.
L’albero degli zoccoli, recitato principalmente in dialetto bergamasco, aveva avuto proprio la particolarità di aver reclutato degli attori non protagonisti, che abitavano nelle campagne tra Palosco e Martinengo. Questo è stato il suo punto di forza: un copione che rappresentava la realtà durissima di quegli anni di fine Ottocento.
La pellicola, vincitrice della Palma d’Oro a Cannes nel 1978, racconta la vita povera condivisa da quattro famiglie in una tipica cascina della Bassa Bergamasca.
Ma la storia di Maria Teresa Brescianini, originaria di Polasco, è sempre stata particolare, intensa e forte nella sua recitazione, insieme al figlio Massimo Fratus, che interpretava Pierino.
Ma come era nata la scelta del regista?
“Prima di me era stato scelto mio figlio - aveva rivelato l’attrice in occasione del 40esimo anniversario di uscita del film - quando era alla scuola elementare. È tornato a casa e ci ha detto ‘Vado a fare il film’ e noi ci siamo messi a ridere e non gli abbiamo dato importanza. Dopo alcuni giorni, invece, mi hanno convocato a Martinengo per firmare i documenti. Quando sono entrata nella sala, Olmi mi ha messo gli occhi addosso e mi sentivo imbarazzata, finché mi ha detto ‘Mi aspetti fuori che voglio parlare con lei’. Io l’ho aspettato e quando è arrivato mi ha detto ‘ Ma dove è stata fino adesso, era lei che cercavo!”.
Così Teresa Brescianini ricoprì il ruolo della vedova Runc, che divenne per lei come un abito cucito su misura e una seconda identità, perché il copione somigliava alla sua vita vera.
L'attrice aveva recitato anche in un'altra pellicola, “Il sole anche di notte” (1989) dei fratelli Taviani, ma in pochi lo sapevano.
L’attrice, alcuni anni fa, era stata anche ospite a Capralba, nella Residenza Guerreschi, dove aveva raccontato la sua esperienza e aveva ricordato l’importanza dei valori fondanti di un tempo.
Primo fra tutti, la semplicità.