Crema News - Un sondaggio ti conoscerà

Crema, 26 gennaio 2021

Un sondaggio ti riconoscerà. Dall'idea di Cecilia Bombari alla fotografia dei ragazzi di quinta liceo scientifico. Uno spaccato a volte sorprendente che fotografa il disagio, le aspettative, le speranze di chi è costretto a vivere in questi tempi difficili.

"L'idea mi è venuta a novembre - dice Cecilia Bombari, studentessa del quinto anno dello Scientifico di C rema - e ne ho parlato con la professoressa Barbara Pagliari, responsabile di Euridice, giornalino della scuola. Mettere insieme una serie di domande alle quali rispondere per conoscere gli effetti e le aspettative dei ragazzi di fronte a questa emergenza. Ne è uscito uno spaccato nel quale si vede che, per esempio, le femmine sono più vulnerabili dal punto di vista psicologico. Per esempio accusano di più i disturbi alimentari, ammettono di aver pensato all'aiuto di uno psicologo e sono preoccupate degli aspetti che la Dad ha su di loro e sul rapporto con i professori. C'è anche da dire che esiste la convinzione che questo periodo ci renderà più forti e più maturi".

Al sondaggio hanno risposto circa 145 studenti su poco più di 200 interpellati. La privacy di tutti è stata rispettata in quanto le risposte ai questionari erano in forma anonima.

Hanno appoggiato l'idea e il lavoro la professoressa Barbara Pagliari e il dirigente Claudio Venturelli: "Cecila Bombari, 5A scientifico del liceo Racchetti - Da Vinci, ha chiesto alla redazione del nostro giornalino d’istituto di poter avviare un sondaggio con i compagni per capire la situazione dei giovani in questo anno di pandemia. Sempre lei ha in seguito elaborato i dati con rigore scientifico con l’intento di offrire al mondo adulto (in primis quello della scuola, ma anche i genitori) numeri precisi che possano descrivere in modo oggettivo il vissuto dei ragazzi. I numeri, tuttavia, non sono aridi, sotto ci sono le sensazioni, le emozioni, le paure di questi lunghi mesi. Cecilia ha davvero avuto coraggio, quello di fare qualcosa per sé e per gli amici: mettersi in gioco, fare domande, analizzare la situazione, rielaborarla e offrirla al mondo adulto, a cui viene chiesto di ascoltare e pensare ai ragazzi sul serio, in modo concreto, ma soprattutto di lasciare loro spazio e iniziativa. Certo, per certi versi niente di nuovo: lo scontro generazionale è noto. Tuttavia, una riflessione su questi tempi così nuovi e complessi ha bisogno anche della voce dei più giovani, che, sebbene trascurati in questi ultimi mesi da tutti, si sono rivolti a un’istituzione, la loro scuola, per chiedere attenzione e collaborazione in nome del loro (e nostro) futuro".

Per quanto riguarda il sondaggio, sono state proposte 42 domande, delle quali solo 11 riguardano la scuola. Tra queste, il 67% ritiene che la Dad sia inevitabile, ma l'87% pensa che sia poco motivante perché niente può sostituire la didattica in presenza e il contatto umano, la socialità e il confronto.

Per quanto riguarda le altre domande, emerge la paura per il futuro e la consapevolezza di aver perso momenti di spensieratezza che non ritorneranno. I rifugi che hanno cercato i ragazzi stanno nei ricordi e nella musica ma non nelle droghe e nell'alcol. Anche i social sono un rimedio, ma mai come le relazioni concrete.


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