Crema, 31 ottobre 2024
Dura condanna per il medico di 63 anni accusato da cinque donne di averle palpeggiate durante una visita sul luogo di lavoro. Il giudice Elisa Mombelli ha emesso stamattina una sentenza severa, condannato il dottore per violenza sessuale a cinque anni e quattro mesi di reclusione e a rimborsare le sue paziente con somme da 5000 a 10mila euro, oltre all'interdizione dalla professione per due anni, accogliendo le tesi dell’accusa e quasi per intero le sue richieste. La Pm Chiara Treballi aveva chiesto cinque anni e otto mesi di carcere per il professionista. Sorpresi gli avvocati difensori, Emiliano Rossi e Sergio Stravino, che erano subentrati ai colleghi cremonesi Simona Bracchi e Luisa Sangiovanni. “Abbiamo perso una battaglia, non la guerra. Attendo il dispositivo – ha detto l’avvocato Stravino – e poi di certo faremo ricorso. Sono certo che le motivazioni portate nella memoria difensiva prodotta nell’udienza di metà mese troveranno ascolto a Brescia, in Corte d’appello”.
In seguito alla sentenza di condanna il medico resta agli arresti domiciliari, dove era stato relegato nello scorso mese di marzo, dopo l’interrogatorio del giudice.
Si chiude la prima parte di una vicenda dai lati oscuri. Il medico 63enne, residente nella bergamasca, 23 anni di professione senza una sbavatura, lo scorso gennaio era in un’azienda cremasca per le visite del lavoro. Al termine del suo operato, cinque donne lo avevano accusato di essere andato oltre la sua professione e di averle palpeggiate e avevano presentato denuncia, dove avevano descritto quanto di illecito il dottore aveva fatto nei confronti di ciascuna di loro.
La denuncia era stata raccolta e il medico interrogato dal Gip che al termine aveva disposto gli arresti domiciliari e rinviato a giudizio il professionista, il quale aveva chiesto di essere processato con il rito abbreviato, che consente, in caso di condanna, la riduzione della pena di un terzo.
A luglio il processo era cominciato, con le testimonianze in aula delle cinque donne accusatrici, le quali avevano ribadito quanto successo e sottolineato come il medico fosse andato ben oltre il dovuto. Ma al momento di arrivare con la sentenza, in aula si era consumato un colpo di scena con l’accusato che aveva ricusato i suoi due avvocati e ne aveva nominati altri due. I nuovi legali avevano ottenuto dal giudice un rinvio per prepararsi e a metà ottobre Rossi e Stravino avevano presentato una memoria difensiva nella quale chiedevano l’assoluzione del loro assistito. Ma il giudice ha condannato.
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