Crema, 28 giugno, 2022

Se ne è andato in punta di piedi, senza disturbare e non ha voluto che la notizia fosse divulgata.

Non c'è più Attilio Meanti, per molti Attila, per tutti l'uomo della Siae. Aveva 85 anni ed era curioso del mondo, di questo mondo, di questa città nella quale lui era un protagonista. Per anni e per tutti era l'uomo della Siae, colui che controllava, spiegava, dirigeva quel che si doveva fare. Per anni.

Era un grande appassionato di cinema. Mi raccontava che aveva fatto la comparsa in alcuni film, era diventato amico di Celentano, aveva avuto la possibilità di andare a Roma per intraprendere questa carriera, ma aveva rifiutato, per stare con la sua famiglia, nella sua amata città.

Negli ultimi anni era l'uomo che portava le locandine del cinema Portanova nei bar e nei negozi. Conosciuto da tutti, aveva una parola, in dialetto, per tutti.

Con la sua bicicletta passava nella città. Andava S. Maria, mi raccontava, dove su una panchina leggeva i suoi quattro giornali che acquistava da Dario tutti i giorni.

Attilio non c'è più. Ha combattuto la sua ultima battaglia in ospedale e l'ha persa. Assistito dalla moglie e dal figlio, con negli occhi la sua amatissima nipotina, ha chiuso la sua esistenza venerdì notte.

Non ha voluto farlo sapere, ha chiesto silenzio.

Al funerale, lunedì, le poche persone che avevano saputo.

Attilio era una figura caratteristica della nostra città. Informato su tutto quel che succedeva, mi fermava per dirmi che cosa pensava dei vari fatti e delle vicende politiche. Era curioso, molto informato e mai banale nelle sue disquisizioni, sempre in dialetto.

L'uomo della Siae non c'è più, non lo vedremo più in bicicletta attraversare la città.

Ogni mattina mi mandava il suo buongiorno, ogni mattina. L'ultimo suo pensiero, l'8 maggio, festa della mamma: un pensiero per le mamme. Poi l'improvviso, inatteso, silenzio.

Riposa in pace.


Nella foto, un giovane Attilio sul set di uno dei suoi film