Crema News - Che brutta aria che tira

Cremona, 31 gennaio 2023

(Valentina Ricciuti) Crema, che aria tira? Non proprio buona, dove anche lo scorso anno abbiamo avuto più giorni di sforamento dei Pm10, rispetto all'anno precedente. Infatti in totale nel 2022 ci sono stati 60 giorni oltre il livello di soglia (fissato in 50 mmg/mc), con il mese di gennaio sopra tutti che ha visto registrare 17 giorni oltre i limite, cinque giorni in più dello stesso periodo del 2021 e nel globale, nel 2021 i giorni di sforamento sono stati 53. Il gennaio peggiore degli ultimi dieci anni a Crema si è registrato nel 2020, con ben 22 giorni oltre il limite e 76 giorni di sforamento durante l'anno.

I dati raccolti nel 2022 e riportati nel report “Mal’Aria di città 2022” pubblicato da Legambiente sono preoccupanti e mettono in evidenza come gli obiettivi di abbattimento degli inquinanti entro il 2030 sia ancora lontano in gran parte dei capoluoghi del nostro Paese.

In particolare, a essere sul banco degli imputati, c’è ancora una volta la città di Cremona, che da anni risulta sempre ai primi posti nella non edificante classifica delle città più inquinate. Il capoluogo è al settimo posto per numero di sforamenti registrati in un anno, con 67 giorni fuori dai limiti, rispetto ai 35 consentiti.

La città del Torrazzo è terza, dopo Milano e Torino, tra le città che dovranno impegnarsi di più per ridurre le loro concentrazioni e adeguarsi agli obiettivi più severi (massimo 20 mmg/mc per il Pm10). 

Infatti nei prossimi sette anni Cremona (e anche Crema), dovrà ridurre del 42% questo tipo di particolato, che numerosi studi sanitari hanno correlato a un incremento di mortalità e di ospedalizzazione per malattie cardiache e respiratorie e che in particolare mette a rischio la salute di anziani, bambini e persone fragili. 

Un obiettivo difficile da raggiungere di questo passo, considerato che la media annua di riduzione registrata negli ultimi 10 anni è stata del 2%. Considerato lo stato di salute compromesso in cui versa la città di Cremona e certificato dai dati Ats, risulta altresì urgente completare tutti i filoni di analisi previsti dallo studio epidemiologico iniziato nel 2016 e non ancora completato. 

Per il Pm2.5, la situazione è ancora peggiore: Cremona condivide il secondo posto insieme a realtà molto più popolose come Milano, Padova e Vicenza e dovrà ridurre del 57% questo pericoloso particolato, che raggiunge in maggior profondità le vie respiratorie. Il biossido d’azoto (NO2), precursore dell’ozono troposferico, dovrà essere abbattuto del 12%: è un gas irritante per l'apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti, edemi polmonari e decessi. La situazione è grave. 

Nel 2022, 29 città su 95 hanno superato i 35 giorni oltre il limite di Pm10 e i dati peggiorano se si prendono come riferimento i nuovi target 2030 con il 76% delle città fuorilegge per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per l’NO2.


Nella foto, lo smog a Bergamo