Passarera, 30 aprile 2024

(Annalisa Andreini) Rosetta fa 60! 

Una storia di famiglia e di passione.

Lo storico ristorante Rosetta di Passarera (Capergnanica) il 1° maggio compie sessant'anni.

“Tutto è cominciato nel lontano 1964 con i nonni di Rosetta - ha ricordato Carlo Barbaglio, figlio della ristoratrice più nota del Cremasco. - Allora non era un vero e proprio ristorante, come si può intendere adesso. Era un bar tabacchi, punto di ritrovo per i viandanti dove si facevano merende con pane e salame a tutte le ore”.

E poi arriva lei, Rosetta (che di cognome, pochi lo sanno, fa Parati), che ha il coraggio di prendere la sua strada e di portarla avanti con costanza e determinazione. Certo non è stato semplice perché Passarera non è una città, è in aperta campagna cremasca. Bisogna credere in un progetto e lei lo ha fatto.

“I tempi ora sono cambiati - ha proseguito Carlo - ma c’è un filo che ci lega a quel passato. Poi, proseguendo nel cammino del locale, pian piano abbiamo fatto il passaggio da trattoria a ristorante”. 

E così il locale si è sempre aggiornato, grazie al supporto dei figli di Rosetta, Carlo e Anna Maria e ora dei nipoti Filippo e Riccardo, uno in cucina e uno in sala, due preziose new entry. 

Con l’ingresso dell’ultima generazione Rosetta è felicissima perché vede concretamente quella continuità che dimostra il rispetto e il valore di una lunga storia famigliare.

E, pur con il passare del tempo, il nome Rosetta nella ristorazione è diventato una garanzia anche fuori dal territorio cremasco forse perché, come ricorda Carlo: “Lei è sempre stata più attenta ai clienti che ai familiari”. Il cliente sempre al centro delle attenzioni.

Come anche la location, migliorata e aggiornata negli anni, con un restyling fresco e dinamico.

Un importante punto di riferimento per la cucina tipica ma non solo e soprattutto per le cerimonie e gli eventi privati grazie al grande giardino e ai dehors esterni.

E a tutta la famiglia fa piacere che se ne parli con entusiasmo: segno che si è seminato bene con tanto impegno.

Ancora oggi la signora Rosetta si può incontrare nell’ingresso del ristorante: sorridente verso chi ha scelto il suo ristorante.

E l’altro punto di forza? 

Il rispetto della tradizione: portare avanti alcuni piatti del territorio con impegno. 

In primis sicuramente i famosi tortelli cremaschi che ancora oggi, dopo sessantanni, sono sempre in carta, anche nel business lunch, e vengono preparati a mano.

E quali altri piatti erano più amati ? 

La zuppa d’oro, ovvero di zucca con gli amaretti, sempre in tono cremasco, gli animali da cortile, gli arrosti, i bolliti, i dolci fatti in casa come le crostate.

Ora come si è evoluto il menu? 

"Si è ampliato e integrato ma con un riguardo particolare per le materie prime, i prodotti tipici del territorio, alcune ricette tradizionali però anche con una voglia di evoluzione e un pizzico di modernità, perché in fondo tutte i piatti si prestano a interpretazioni".

Sicuramente Rosetta è stata una grande pioniera della cucina cremasca e non solo.

Le parole che più la rappresentano? Passione, manualità, il coraggio di reinvertarsi sempre. 

“E un grande ringraziamento - ha concluso Carlo - a tutti i clienti che ci hanno sostenuto e ci sostengono: la mamma ha creato un grande sogno che stiamo portando avanti anche grazie a tutto lo staff e ai collaboratori”. 

Un lungo cammino che ha ancora molte cose da mostrare.

Tantissimi i complimenti e gli auguri giunti alla signora Rosetta dai clienti affezionati e anche dalle istituzioni locali.