Crema, 13 dicembre 2017

Dopo giorni di silenzio sulle pesantissime affermazioni del collaboratore di giustizia nel processo “Aemilia” Salvatore Muto riguardo a finanziamenti elargiti all'ex vice sindaco e attuale consigliere regionale Malvezzi, ho ritenuto doveroso portare la questione all’attenzione dell’opinione pubblica.

Eppure, la stampa locale, che aveva dato ampio risalto alle dichiarazioni di Muto sia quando ha iniziato a collaborare, sia successivamente alle dichiarazioni sulla politica locale per quanto riguarda la presunta estorsione di denaro a danno di un gruppo islamico per la costruzione di una moschea a Cremona, proprio sulle dichiarazioni dello stesso pentito riguardanti i politici e gli amministratori locali, invece, ha mantenuto un silenzio tombale. C’è stato un vuoto nella cronaca del processo che casualmente ha toccato proprio le dichiarazioni sulle quali ho chiesto attenzione.

Per questo ho voluto chiedere attenzione sulle manifestazioni culturali di Cremona e un chiarimento a Malvezzi, interessati da queste notizie “scomparse”. Il minimo che dovrebbe pretendere chi ha l’obiettivo di rendere l’opinione pubblica consapevole.

Come si può tacere quando un pentito, alle cui dichiarazioni fino a quel momento si è dato ampio spazio, afferma testualmente addirittura di aver finanziato la campagna elettorale di un noto politico locale?

Posto che a mio avviso Malvezzi e tutta la classe politica di cui è esponente non avrebbero nemmeno dovuto presentarsi alle elezioni per via dei loro fallimenti politici, voglio ribadire che nessuno, neppure il sottoscritto, ha chiesto le sue dimissioni per le dichiarazioni di Muto, ma solo dei chiarimenti. Malvezzi infatti attualmente è una persona eletta per approvare leggi che hanno lo stesso valore delle leggi dello Stato, come si può tollerare che non si parli di dichiarazioni del genere quando queste riguardano proprio la sua elezione?

Al di là delle offese che ho ricevuto per non aver tollerato una cosa del genere credo che sarebbe davvero grave se questo atteggiamento fosse dovuto ad un impulso ad occultare e a negare anche la mera possibilità che la mafia possa infiltrarsi non solo nell’estorsione alle comunità islamiche, ma anche nella politica locale e nelle istituzioni. Perché un atteggiamento del genere sarebbe il modo migliore per lasciare che la mafia metta radici, si infiltri e prosperi, quando invece dalla stampa dovrebbe essere denunciata, anche solo per approfondirne la conoscenza presso l’opinione pubblica, anche quando se ne avverte soltanto il sentore.

Danilo Toninelli Deputato MoVimento 5 Stelle