Crema News - Dal territorio - La droga nei campi

Marudo, 16 dicembre 2025

(Andrea Biraghi) Le campagne del Lodigiano tornano al centro dell’attenzione per un fenomeno che, a fasi alterne, riemerge sempre uguale a sé stesso: lo spaccio lontano dai centri abitati, tra strade secondarie, campi e boscaglie. L’ultimo episodio racconta di un uomo che, nel tardo pomeriggio di sabato a Marudo, alla vista di una pattuglia ha tagliato per i campi riuscendo a far perdere le proprie tracce. Le ricerche si sarebbero poi estese anche nelle zone di vegetazione più fitta.

L’area rurale tra Marudo, Caselle e Sant’Angelo, da tempo, viene indicata come una delle piazze più comode per chi vende stupefacenti: pochi passaggi, tanta copertura naturale e la possibilità di cambiare punto d’incontro in un attimo. In questo contesto, gli appostamenti e i controlli si spostano spesso fuori dai centri abitati, dove la consegna può avvenire in pochi minuti e sparire nel nulla.

Non è la prima volta. A inizio anno, lungo la Sp205, un altro uomo, dopo aver incrociato una pattuglia, avrebbe provato la fuga nelle campagne: in quel caso però venne bloccato e arrestato. Nel 2024, inoltre, tra Caselle Lurani e Castiraga Vidardo si è parlato di un’operazione antidroga in piena campagna, con controlli mirati e attività di osservazione in punti considerati utili agli scambi.

Il punto è che la partita, qui, va avanti da anni. Già nel 2017, dopo un’indagine durata oltre due anni, venne smantellato un giro di spaccio che, secondo le ricostruzioni investigative riportate all’epoca, poteva fruttare tra i 3 e i 4 mila euro al giorno, con consegne e incontri fissati anche su strade di campagna. Negli anni successivi i controlli e i sequestri non si sono fermati: nel 2021, per esempio, i carabinieri parlarono di oltre 70 chili di stupefacenti recuperati in pochi mesi a Sant’Angelo e nel 2023, tra le campagne del Lodigiano, un’indagine della polizia portò ad alcuni arresti.

Il quadro che ne esce è quello di un fenomeno che si adatta al territorio e regge nel tempo. Tra fossati, radure e campi aperti, la geografia diventa un vantaggio per chi spaccia e un limite per chi controlla. Per questo la risposta non si misura su un singolo intervento: è una battaglia lunga, fatta di presidi e operazioni ripetute.