Crema, 06 aprile 2023

Stamattona il vescomo mosignor Daniele Gianotti, con gran parte del clero della diocesi, ha benedetto nel Duomo gli oli.

La benedizione degli oli santi appartiene alla più antica tradizione della Chiesa e una celebrazione strutturata di tale benedizione risale intorno al VII secolo e rimanda all’uso del vescovo di Roma che il giovedì santo nella chiesa del Laterano celebrava a mezzogiorno la Messa in coena Domini, durante la quale consacrava il crisma e benediceva l’olio per gli infermi e l’olio dell’esorcismo.

Il primo formulario di Messa crismale lo troviamo nel Sacramentario Gelasiano, del secolo VIII, che lo colloca tra la Messa di riconciliazione dei penitenti e quella della Cena del Signore; queste tre celebrazioni erano previste per il giovedì santo. Il Sacramentario Gregoriano includerà questo formulario nell’unica Messa prevista per questo giovedì, quella in coena Domini. Nel corso dei secoli, infatti, la Messa per la benedizione degli oli e la consacrazione del crisma andò fondendosi sempre più nelle chiese cattedrali con la Messa del giovedì santo, nella memoria annuale dell’ultima cena del Signore.

Di fronte a tale attestazione storica, ci si chiede come mai questo rito antico sia stato inserito nel giorno del giovedì santo, sebbene non abbia alcun legame diretto con il mistero celebrato in questo giorno. Nondimeno, in epoca antica la benedizione degli oli era normalmente fatta in maniera semplice e autonoma, ovvero prima della celebrazione dei sacramenti e senza legami con la Messa. La motivazione più accreditata dagli storici è che per abbreviare la liturgia della notte pasquale, in tempi molto antichi, fu inserita la benedizione degli oli santi nell’ultimo giorno di quaresima, precedente il sabato santo che fosse “liturgico” o “eucaristico”, ovvero nel giovedì santo.

Attorno al XII e XIII secolo, per venire incontro a determinate esigenze pastorali dell’epoca, le celebrazioni dell’eucaristia furono anticipate al mattino, per cui nelle cattedrali le due celebrazioni del giovedì santo si trovarono inevitabilmente fuse insieme. Pio XII, nel 1955 riportò la celebrazione del Triduo pasquale nelle ore vespertine, restituendo in tal modo alla Messa crismale la possibilità di recuperare la sua originaria identità e autonomia, ponendola al mattino del giovedì santo.

Con il Concilio Vaticano II, la Messa crismale ha avuto una più chiara sistemazione e significato, grazie all’opera della riforma liturgica voluta da Paolo VI, il quale ha voluto introdurre nella Messa la rinnovazione delle promesse sacerdotali, nell’intento di conferire alla Messa crismale la caratteristica di “festa sacerdotale”. Intuizione pastorale, questa, che egli ebbe già da arcivescovo di Milano, quando ogni anno puntualizzava per il clero ambrosiano questo particolare significato del giovedì santo.


nelle foto di Massimo Marinoni, il rito della benedizione degli oli