Crema News - Dal territorio - Ultimo saluto

Dal territorio, 03 febbraio 2025

Folla e commozione, questa mattina alle 11, ai funerali di Elisa Marchesini, la studentessa di 15 anni investita e uccisa da un autobus mentre attraversava via Dante per andare a scuola.

Mentre negli uffici si rispetta il minuto di silenzio per ricordare la ragazza, prende il via la messa, celebrata dal vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, nella chiesa parrocchiale di S. Francesco, nel quartiere Zaist. La bara con le orchidee bianche e la fotografia della giovane deceduta, papà Paolo, la mamma Anna Lisa, il fratello Dario e la sorella Chiara. Poi i compagni di classe, le maestranze dell’istituto dell’Anguissola, gli amici, il quartiere, il sindaco Andrea Virgilio e due assessori. E la gente semplice che ha voluto partecipare e stare vicino ai genitori in questo tremendo momento.

Il vescovo ha dato un’immagine diversa: “Elisa non è finita sotto un autobus, ma è salita su un autobus invisibile. È salita, non perché Dio la voleva strappare agli affetti dei cari e al suo futuro, ma perché, come ci dice un libro difficile, ma preziosissimo, come il libro dell’Apocalisse, che non è la fine, ma è lo svelamento di ciò che è nascosto, c’è una moltitudine immensa di Elisa, di figli perduti troppo presto, di dolori inspiegabili, di chi per la giustizia dà la vita con coraggio. Lei era sorrisi e incoraggiamenti allo stato puro. E nel silenzio che la città fa in questo momento, affidiamo Elisa e ci affidiamo alle braccia del Padre”.

Ricordano le compagne di classe, tra le lacrime che ripetono spesso le parole gentile, amica, sorriso, affetto.

Parlano i familiari, tocca al fratello Dario: “Avremmo voluto condividere con te molto più tempo di quanto non ci sia stato concesso. Tuttavia, per noi non morirai mai: sopravviverai nei nostri ricordi. Ti vogliamo infinitamente bene”.

Arriva il papà che ha parole anche per l’autista del pullman: “Grazie, grazie. La prima parola vuole essere per una persona che non è qui, che è l’autista. Qui ci sono due vittime. Non dimentichiamoci di chi sta soffrendo. Qui non ci sono colpevoli, non c’è un ma, non c’è un perché, un però . Questa persona è nel mio cuore è vorrei che tutti pensassimo anche a lui”.

Poi si arriva alla fine con lo strazio della famiglia che accompagna la figlia che se ne va per sempre. Un ultimo bacio e un’ultima carezza che in molti voglio lasciare sulla bara. E, infine, si Elisa parte per l’ultima meta.