Crema, 26 giugno 2025
(Annalisa Andreini) Due chiacchiere con Emma Prévot, 25enne cremasca, vincitrice del premio Super Nova 2025 come miglior talento italiano under 25 tra i 111 studenti selezionati.
Le sue parole-chiave: passione per la fisica e la matematica. Il suo filo conduttore: disciplina e time management.
Emma, mamma cremasca e papà francese, ha una laurea triennale in fisica presso l’University College di Londra, in cui è stata premiata come miglior studentessa per due anni consecutivi. Nel corso del suo dottorato in Statistica a Oxford ha lavorato a dei modelli di intelligenza artificiale applicati alle malattie neurovegetative, un’area che ha voluto fortemente approfondire in seguito alla malattia del nonno.
Attualmente si trova in Australia, a Brisbane, in occasione dell’annuale conferenza della Organization for Human Brain Mapping. Qui ha presentato un suo lavoro importante: un algoritmo per poter confrontare immagini cerebrali acquisite con macchinari diversi.
Emma, ci racconti un po’ di te?
“Sono nata il 23 marzo del 2000 a Crema, città dove sono rimasta fino a 19 anni quando ho completato il liceo scientifico. Sono sempre stata molto studiosa ma ho avuto anche una vita attiva e piena, anche con sport a livello competitivi (tennis e nuoto sono stati una costante per me). Sono sempre uscita con le amiche e ho viaggiato. Come ho fatto?
Con la mia disciplina, la capacità di lavorare, concentrarmi e organizzare il mio tempo. Sicuramente sono stata più dotata di altri da un punto di vista scientifico ma ciò a cui devo il mio successo sono il senso del lavoro e l’impegno”.
Il rapporto con la tua famiglia?
“Ho sempre avuto una famiglia fantastica che mi ha supportato e ha gioito dei miei traguardi. Mi hanno sempre educato al lavoro, perché nulla cade dal cielo e le cose vanno guadagnate. Ho sempre preteso il massimo da me stessa, a volte anche troppo. Sicuramente non è stato tutto rose e fiori, ho avuto anche dei momenti difficili”.
Il tuo percorso di studi all’estero?
“Ho fatto domanda per un’università all’estero e mi arriva un’offerta, ma ho dovuto superare una selezione molto difficile. A 19 anni mi trasferisco a Londra per iniziare l’università e lì mi si apre un mondo bellissimo ma anche competitivo. Il mio compito non era semplicemente studiare, dovevo anche badare a me stessa, lavare, cucinare e gestire le mie finanze. In linea con il perfezionismo dell’ambiente universitario riesco a diventare la prima del corso e anche la prima della facoltà. Inoltre all’estero è abitudine lavorare d’estate durante la triennale. Si finiscono gli esami a maggio e si cerca un internship( stage) estivo: si fanno quindi decine di domande e si imparano ad accettare i rifiuti perché la competizione è altissima. Io, come sempre, mi sono rimboccata le maniche e ho trovato uno stage molto prestigioso. Vacanze estive invece molto poche da quando ho terminato il liceo!”
E il tuo tempo libero?
“Durante gli studi ho sempre mantenuto una vita sociale, esco, mi diverto, mi godo Londra, viaggio, faccio sport. Il mio segreto? Disciplina e time management, l’ossessione per non perdere tempo. Il mio concetto di relax è legato allo sport e alle uscite: non passo tempo sul divano a guardare la tv”
Il momento più duro?
“L’anno del Master a Cambridge è il più difficile che abbia mai passato. Dopo il primo trimestre volevo mollare perché pensavo di non farcela, nonostante la mia testardaggine e la voglia di non mollare. Livello altissimo, super intenso e molto complicato. Poi, dopo le vacanze di Natale mi sono tirata su: ho iniziato a fidarmi più di me stessa, della mia intelligenza e capacità. E ce l’ho fatta, anche con ottimi voti. Ho imparato molto sui miei limiti e sulle mie forze ma non è stato facile”.
Il tuo messaggio per altri studenti?
“Durante il Master ho ricevuto diverse offerte per i dottorati e ho scelto di venire a Oxford. Sulla mia ricerca a Oxford è già stato detto tanto. Quello che mi preme sottolineare è il motivo principale dei miei traguardi: la disciplina. Spesso la gente mi chiede se le mie giornate sono da 24 ore come tutti o di più perché nonostante io lavori tanto riesco comunque a mantenere una vita sociale e personale, a fare sport e a divertirmi. E questo lo devo tutto a me stessa e alla mia forza mentale”.