Crema, 27 dicembre 2021

Esce il nuovo romanzo di Michelangelo Severgnini, Senza speranza, senza paura, compendiato con 22 fotografie scattate dallo stesso autore.

Tre storie ribelli si intrecciano tra i vicoli di Napoli, in un chiaroscuro caravaggesco. Una Napoli eterna si respira dalle parole, dalle fotografie e dalle musiche.

Nella primavera del 2011, in quei vicoli del centro storico di Napoli da cui il Caravaggio trasse ispirazione 400 anni prima per le sue “Sette opere di Misericordia”, rivivono le storie di tre ragazzi, come usciti da una tela del pittore: Habib, un giovane tunisino scappato dalla rivoluzione; Aygul, una giovane uzbeka cresciuta in Italia; Corradino, un giovane napoletano preso tra la crisi e i facili guadagni della malavita.

Sono loro a essere irradiati a prisma dalla luce del dipinto del Caravaggio e a ritrovarsi in un contesto del tutto identico a quello che fu del pittore, inseguiti dai guai della vita e da figure in carne e ossa che cercano di fare su di loro una vendetta sociale che non lascia margini.

Tutto comincia dunque quattrocento anni prima. Nel 1606, anno in cui il pittore Caravaggio raggiunge Napoli in fuga dai gendarmi dello Stato Pontificio, che lo cercano con l’accusa di omicidio da scontarsi attraverso la pena capitale per decapitazione. Nei quattro anni di soggiorno napoletano che ne seguirono, l’artista matura la coscienza di un uomo in fuga, braccato, al punto da eleggere “nec spe nec metu” a proprio motto: senza speranza senza paura. Nonostante questo stato d’animo ossessivo riesce a produrre uno dei capolavori della pittura mondiale: “Le sette opere di Misericordia”, all’interno del quale sono contemporaneamente rappresentati i sette gesti raccomandati per ogni buon cristiano.

Le sette opere di misericordia si manifestano lungo il racconto attraverso sette villanelle suonate e cantate da un personaggio del libro, ma ascoltabili dal lettore attraverso una connessione internet e l’accesso tramite codice QR, per un’esperienza sensoriale acustica dei vicoli di Napoli e delle villanelle, antico genere di poesia musicale molto diffuso a Napoli tra il XV e il XVII secolo.

Sarà proprio il motto del Caravaggio, “senza speranza senza paura”, la filosofia che tesserà gli intrecci di queste vicende e che li condurrà a un finale inimmaginabile, non di salvezza, non di redenzione, ma accolto con la forza del pittore: sempre un dipinto avanti rispetto alla propria rovina. "


Michelangelo Severgnini nasce a Crema nel 1974 da padre lombardo e madre pugliese. Frequenta la facoltà di Filosofia presso la Statale di Milano e studia contrabbasso jazz. Nel corso degli anni si è espresso principalmente come musicista, regista, scrittore. Ha vissuto a Milano, Roma, Napoli, Istanbul e Berlino. Attualmente risiede a Palermo.

Nel 2000 esce “Good morning, Pristina! - diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia”.

In seguito, realizza alcuni documentari indipendenti: “Il ritorno degli Aarch – i villaggi della Cabilia scuotono l’Algeria”, (’60, 2003),

“...e il Tigri placido scorre – istantanee dalla Baghdad occupata”, (’70, 2004), “Isti’mariyah – controvento tra Napoli e Baghdad” (’80, 2006) che ricevono diversi premi, tra cui il CMCA di Marsiglia, il SoleLuna film festival di Palermo e in seguito distribuiti in Italia.

Nel 2007 vince il premio della critica “Ilaria Alpi” con il documentario “Stato di paura”, prodotto dall’agenzia televisiva H24, per la quale lavora 4 anni producendo documentari trasmessi da LA7 e Rai3.

Nel 2012 viene presentato al festival di Roma il documentario “L’uomo con il megafono”, (’60) girato a Napoli.

In seguito, realizza i documentari “Il ritmo di Gezi”, (’45, 2014), “Linea de fuga – il circolo di Podemos a Berlino” (’90, 2016) e “Schiavi di riserva” (’35, 2018).

Dal settembre 2018 anima il progetto “Exodus - fuga dalla Libia”, ripreso e pubblicato da decine di testate e riviste internazionali, tra cui “Der Spiegel”, “Russia Today”, “Arte”.

Nell'ottobre 2021 pubblica con l'AntiDiplomatico l'instant book "Simposio afgano", che raccoglie le conversazioni in rete avute con decine di cittadini afgani in Afghanistan all'indomani della nuova presa del potere da parte dei Talebani.

Di recente uscita il nuovo film-documentario “L’urlo”, che racconta le storie e le conversazioni via internet con centinaia di migranti-schiavi, attraverso audio e video inviati dalla Libia. 


Nelle foto, Michelangelo Severgnini e la copertina del suo ultimo libro