Crema, 16 febbraio 2018

Il vescovo di Crema, monsignor Daniele Gianotti, invia una riflessione sul significato della quaresima.

«Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24, 32): così si dicono l’un l’altro i discepoli che hanno incontrato Gesù risorto sulla via per Emmaus. Anche noi intraprendiamo il cammino verso la Pasqua, per rinnovare l’esperienza dell’incontro con Gesù risorto, che rivela il volto del Padre e, con il dono dello Spirito Santo, accende sempre di nuovo, in noi e in tutta la Chiesa, il fuoco dell’amore di Dio.

Di questo fuoco abbiamo molto bisogno: come ricorda papa Francesco nel suo Messaggio per la Quaresima 2018, dobbiamo essere consapevoli del rischio che, secondo l’avvertimento di Gesù, «per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti» si raffreddi (cf. Mt 24,12).

La Quaresima ci è donata come «tempo favorevole» perché, con l’aiuto di Dio, possiamo mettere un argine al «dilagare dell’iniquità» anzitutto in noi, rinunziando all’egoismo e al peccato per rinnovare – come faremo nella Veglia pasquale – il nostro nella fede in Dio Padre, nel suo Figlio Gesù Cristo e nello Spirito Santo. Anche noi, come Gesù, lasciamoci condurre dallo Spirito per quaranta giorni nel deserto, nel «tempo della prova» (cf. Mc 1, 12-13), perché torni a splendere in noi la fiamma luminosa e ardente del Cristo morto e risorto, richiamata dal Cero pasquale, che accenderemo nella notte di Pasqua.

Le tradizionali opere penitenziali della Quaresima – preghiera, digiuno, elemosina – restano strumenti preziosi (lo ricorda anche il Papa nel suo Messaggio) per vivere il tempo della nostra conversione: a patto di non praticarli in un’osservanza solo meccanica e formale, ma con verità e sincerità, nelle nostre attuali condizioni di vita. Potremo sperimentare in questo modo la grazia di «perdere tempo» per il Signore nell’incontro orante con Lui; di astenerci col digiuno non solo da ciò che è male (dovrebbe essere ovvio) o dal superfluo, ma anche da ciò che ci costa un po’ di più e riteniamo indispensabile, e vivere così una maggiore libertà, che diventa dono e aiuto per chi è nel bisogno.

Richiamo alcuni appuntamenti, che caratterizzano il tempo di Quaresima per la nostra Chiesa cremasca: incomincio con quelli più lontani, per arrivare alle date che ritroveremo già nei prossimi giorni.

Alla vigilia della Domenica delle Palme, nella celebrazione diocesana della Giornata della gioventù, sabato 24 marzo, un gruppo di giovani e ragazze, che già da mesi si stanno preparando, rinnoveranno la loro professione di fede davanti a tutta la Chiesa. Per una bella coincidenza, la data coincide quest’anno con l’annuale memoria dei missionari martiri: così la professione di fede dei nostri giovani potrà lasciarsi ispirare anche dalla testimonianza di chi ha dato tutto se stesso, fino al dono della vita, per Gesù e per il suo vangelo. Preghiamo perché la professione di fede aiuti i nostri giovani a crescere nell’amicizia con Gesù Cristo e nell’ascolto della sua voce, e tutti noi siamo così aiutati a rinnovare, a Pasqua, la professione di fede del nostro Battesimo.

Il 13, 14 e 15 marzo, riprendendo una consuetudine già affermata, siamo invitati a vivere tre giorni di Esercizi spirituali quaresimali, come momento più intenso di ascolto della Parola di Dio e di incontro con il Signore nella preghiera; la sera di quei giorni, in Cattedrale, proporrò alcuni spunti di meditazione e di impegno. Sarà anche l’occasione per unirci in modo speciale in preghiera a papa Francesco, di cui ricorre, il 13 marzo, il quinto anniversario dell’elezione.

Lo stesso papa Francesco chiama tutta la Chiesa a rinnovare l’esperienza delle «24 ore per il Signore», il 9 e 10 marzo. È un invito a celebrare il Sacramento della Penitenza e del perdono, come scrive il Papa, «in un contesto di adorazione eucaristica… ispirandosi quest’anno alle parole del Salmo 130,4: “Presso di te è il perdono”». Nella nostra diocesi rimarrà aperta per 24 ore consecutive, per l’adorazione eucaristica e per il Sacramento della Penitenza, la chiesa dei Sabbioni. Tutto il tempo della Quaresima è prezioso, naturalmente, per vivere col Sacramento della Penitenza la grazia della riconciliazione. Chiedo ai sacerdoti di offrire in modo speciale la loro disponibilità per questo; io stesso mi renderò disponibile alle confessioni il sabato mattina, nel mese di marzo, in Cattedrale.

Domenica 25 febbraio, seconda di Quaresima, celebreremo la Domenica della Parola, indetta dal papa al termine del Giubileo straordinario della Misericordia: «una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo» (Francesco, Misericordia et misera, 7). Gli Uffici diocesani per la Catechesi, per la Liturgia e il Servizio Apostolato biblico hanno trasmesso alle parrocchie alcuni suggerimenti e proposte per celebrare questa giornata; evidentemente, la finalità è che cresca in tutta la nostra Chiesa l’amore per la Parola di Dio che ci è donata nelle Sacre Scritture, perché appunto questa Parola, giunta a pienezza in Gesù Cristo, faccia ardere il nostro cuore, come avvenne per i discepoli di Emmaus, e ravvivi in noi la gioia della nostra adesione a Dio.

Chiediamo al Signore di vivere il tempo della Quaresima anche come grande apertura del cuore e della mente ai drammi e alle tribolazioni che ancora schiacciano tanti popoli, e tantissimi uomini, donne e bambini in ogni parte del mondo. L’adesione ai progetti di solidarietà proposti per la Quaresima dal Centro Missionario e dalla Caritas diocesana ci potrà aiutare per vivere questa apertura, alla quale è importante educare anche le nuove generazioni (si veda la proposta fatta anche ai bambini di mettere da parte qualcosa durante la Quaresima).

In questo spirito, accogliamo anche l’invito di papa Francesco a celebrare, venerdì 23 febbraio, una giornata speciale di preghiera e di digiuno per la pace, con particolare attenzione al Sud Sudan e al Congo, due paesi dell’Africa poco presenti al nostro pensiero, ma più che mai bisognosi di giustizia e di pace. Anche noi possiamo pregare per la pace e, come dice il papa, possiamo «dire concretamente “no” alla violenza» per quanto dipende da noi, «perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti». Nei prossimi giorni saranno diffuse le informazioni su come vivere quella giornata a livello diocesano.

Vorrei ricordare, infine, anche l’appuntamento che ci riguarda come cittadini: le votazioni di domenica 4 marzo per il rinnovo del Parlamento e dell’amministrazione regionale.

Non ripeto qui gli orientamenti fondamentali che, come vescovi della regione Lombardia, abbiamo già proposto in vista di questo appuntamento. Mi preme però ricordare l’importanza di ciò che si chiama la «carità politica», che si può realizzare in molti modi – incluso l’esercizio consapevole e attento del voto – ma che in ogni caso chiede ai credenti di farsi carico non solo del proprio interesse personale o di parte, ma del bene di tutti e della cura di un buon vivere comune, nella complessità dei problemi regionali, nazionali e internazionali, che tutti ci riguardano.

Anche questo fa parte a pieno titolo di una saggia ascesi quaresimale, che ci chiama sì a entrare nel «deserto della prova», ma non per sfuggire al nostro impegno nella città degli uomini, bensì per viverlo con più grande consapevolezza, sorretti dalla sapienza che viene dallo Spirito.

Buona Quaresima!

+Daniele Gianotti