Crema News - Qualcosa non va La guerra in Palestina

Cremasco, 10 marzo 2024

4 Quaresima B 

 La Parola: ​​2Cr 36,14-16.19-23  Sal 136  Ef 2,4-10  Gv 3,14-21

 Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,14-21

 In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) C’è del marcio in Danimarca, diceva Marcello nell’Amleto di Shakespeare. Battuta ripresa e adattata da tanti come per esempio anche dallo scrittore americano Tennesse Williams, ovviamente applicata al Tennessee e noi potremmo aggiungere oggi: non solo lì. Infatti se pensiamo all’invasione russa dell’Ucraina con relativa guerra e ai terroristi palestinesi con relativa guerra, ai ribelli Houthi con relativa guerra ma anche più semplicemente agli spioni di casa nostra o alle pagine di cronaca degli innumerevoli femminicidi e degli incidenti sul lavoro o infine alle piccole divisioni interne anche nella Chiesa, dobbiamo ammettere che davvero c’è qualcosa che non va nel nostro mondo. In un panorama così desolato ci viene oggi in soccorso la parola di Gesù che ci ricorda che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché il mondo sia salvato dal suo male.

Subito qualcuno potrebbe obiettare che questo è vero ma purtroppo è al passato: Dio ha tanto amato il mondo, ma quella volta là, quando ha mandato il Figlio a morire in croce per noi, ma poi tutto è finito li. E invece NO! non è finito proprio nulla. La salvezza portata da Cristo non è finita una volta per sempre: l’amore di Dio per l’uomo è ancora vivo e operante anche nella nostra storia tribolata.Dobbiamo purtroppo annotare che invece è proprio l’uomo che fa di tutto per rendere inutile anche questa manifestazione suprema dell’amore di Dio.

Quando l’umanità pretende di poter risolvere i propri problemi con la guerra o al massimo con la diplomazia, o con la salvaguardia a denti stretti della propria tranquillità e benessere a scapito della sofferenza di tanti fratelli girando la faccia da una altra parte, senza tener assolutamente in conto della presenza e dell’amore di Dio, credo proprio che non ci sia possibilità concreta di redenzione e di pace. Non dobbiamo certo aspettarci che Dio Padre utilizzi una bacchetta magica per risolvere le situazione che noi uomini abbiamo ingarbugliato. Infatti la sua scelta strategica già una volta è stata quella di mandare il proprio Figlio ad accettare su di sé tutta la cattiveria e l’odio degli uomini al punto da essere messo in croce. Quindi non possiamo aspettarci adesso un cavaliere trionfante carico di onori e gloria capace di convincere tutti sulla opportunità di volersi bene di cuore per poter vivere in pace. Ognuno di noi deve essere pronto a fare la sua parte, a prendere la propria responsabilità, magari rinunciando a un poco della propria sicurezza e del proprio benessere perché tutti abbiano la possibilità di partecipare ai doni della creazione che Dio mette a disposizione di tutti gli uomini, proprio di tutti, senza distinzioni e confini. Il cammino verso la Pasqua deve essere un cammino ostinato, proprio come il cammino della Via Crucis che Gesù ha affrontato quella volta per noi, senza fermarsi neanche per le cadute o per lo sconforto della apparente sconfitta.

Ora però tocca a noi prenderci la croce delle nostre responsabilità personali e sociali, perché l’amore di Dio possa ancora riversarsi sull’umanità, stanca ed esasperata dalle tante sofferenze, attraverso le nostre parole e opere, coerenti con la speranza che abbiamo nel cuore. Basterebbe davvero così poco perché ciascuno impari a rinunciare al proprio orgoglio ed egoismo così da assicurare a tutti gli uomini una giusta e pacifica condivisione della bellezza di questo mondo.

Ancora una volta la primavera sta per scoppiare con tutta la sua forza e vitalità. Facciamo in modo che anche la nostra vita, associata al cammino salvifico di Gesù, giunga a essere una vera primavera, una rifioritura di bellezza e speranza per noi, per i nostri cari e per tutti quanti possiamo raggiungere con la nostra testimonianza quotidiana dell’amore infinito di Dio per tutti i suoi figli.