Crema, 06 febbraio 2018

Se ne deve andare dalla famiglia e deve entrare in comunità perché è dipendente dai videogiochi. Lo ha deciso il giudice Francesco Allegri, dopo l'audizione della mamma e del suo avvocato, il legale Francesco Miraglia, avvenuta il 6 dicembre. Il giudice il 28 dicembre ha preso la sua decisione e ieri lo ha comunicato. A nulla sono valse la lettera del ragazzo del 15 ottobre, nella quale scriveva al giudice informando che non giocava più ai videogiochi; a nulla è valso il fatto che da allora il ragazzo non ha saltato una lezione (tre giorni di assenza per influenza). A nulla la richiesta di sospensione inoltrata dall'avvocato Miraglia e gli appelli del Comitato cittadini per i diritti umani (vedi comunicato in fondo all'articolo).

Oggi alle 10.30 mamma e avvocato sono convocati al centro di assistenza alla persona per comunicazioni, cioè per parlare del fatto che il ragazzo se ne deve andare. “Mio figlio non verrà perché sarà a scuola. Ci vado con l’avvocato Francesco Miraglia, che ci ha seguito sin qui”, ha riferito la madre del ragazzo, che non ha alcuna intenzione di consegnare il figlio e che con l'avvocato si opporrà al decreto.

La vicenda parte oltre un anno fa, quando questa donna aveva chiesto aiuto ai servizi sociali perché non riusciva a far smettere suo figlio dal giocare con i videogiochi. Il ragazzo era così preso che giocava tutta la notte e la mattina non ce la faceva ad andare a scuola perché si addormentava. I servizi sociali avevano informato il giudice del tribunale di minori di Brescia della questione, avvertendo che avevano esperito tutte le strade ma inutilmente, ottenendo un decreto di allontanamento dalla famiglia del ragazzo. La madre aveva trovato sostegno nel Comitato cittadini per i diritti umani che con il responsabile Paolo Raot aveva fornito assistenza legale e organizzato un’opposizione al prelevamento del giovane quando, ai primi di novembre, due assistenti sociali si erano presentati a casa del giovane per portarlo via. Ma adesso sembra arrivato il punto di non ritorno. C'è anche la possibilità che il ragazzo sia prelevato già stamattina da scuola e portato in comunità.

Nella foto, il ragazzo con la mamma

Il comunicato del Ccdu

Troppi videogiochi: disposto l’allontanamento del ragazzo

Sentita la relazione del giudice onorario Francesca Dabrassi, psicologa, con parere parzialmente difforme del Pubblico Ministero. CCDU: motivazioni psichiatriche.

Crema. Il decreto di allontanamento è stato emesso in data 28 dicembre 2018 e comunicato oggi all’avvocato e alla famiglia. La famiglia è stata convocata alle 10.30 presso il Servizio Tutela Minori probabilmente al fine di comunicare l’allontanamento coatto del ragazzo. La famiglia si è recherà all’appuntamento assieme al legale, Francesco Miraglia.

La decisione di allontanare il ragazzo è stata presa in Camera di Consiglio dai Giudici, dr. Francesco Allegri e dr.ssa Francesca Caprioli, e dai Giudici Onorari, Dr.ssa Francesca Dabrassi e Dr. Filiberto Superbi, che non sono giudici togati, ma psicologi e psicoterapeuti.

Secondo quanto riportato nel Decreto, il “quadro complessivo che emerge dalla situazione del nucleo familiare, nonostante gli interventi di supporto educativo e specialistico sino ad ora tentati, si caratterizza per la cronicizzazione di una elevata disfunzionalità relazionale madre-minore, che inficia tutti i fondamentali aspetti della vita quotidiana del minore, che è fuori dal controllo dalla madre.”

Il parere del Pubblico Ministero era parzialmente difforme. La madre riferisce che suo figlio non ha più saltato un giorno di scuola, salvo che per una breve influenza. Inoltre, sono mesi che non gioca più con i videogiochi.

In data 27 dicembre la mamma aveva incontrato il Sindaco di Crema, dr.ssa Stefania Bonaldi, e il vicesindaco e assessore alle politiche sociali, dr. Michele Gennuso, per chiedere di cambiare i referenti della tutela minori vista la mancanza di fiducia della famiglia, e di attivare l’assistente alla persona a scuola che non era mai stato attivato dai servizi. All’incontro era presente un rappresentante del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. Solo pochi giorni fa la mamma è stata costretta a mandare una mail al Sindaco per sollecitare il suo intervento dato che i referenti non sono stati cambiati e il figlio non ha nessuna assistente alla persona.

“Questo Decreto è l’ennesima dimostrazione della necessità di abolire il Tribunale per i Minorenni e soprattutto di cancellare la figura del giudice onorario.” Sostiene Sonia Manenti del CCDU Onlus. “Pare evidente come la decisione sia stata presa in base alla relazione della psicologa, senza alcuna istruttoria adeguata. Ad esempio, non ci risulta che i registri scolastici siano stati richiesti, non ci pare che i professori siano stati sentiti, e potremmo continuare a lungo. Prima di decidere su diritti costituzionali come la libertà personale e la vita familiare, sarebbe opportuna un’indagine approfondita. La figura del giudice onorario, oltre al conflitto intrinseco determinato dall’essere sia consulente sia giudice, introduce valutazioni di natura psichiatrica come l’inidoneità genitoriale. La psichiatria non ha basi scientifiche come le scienze esatte ma si fonda su teorie discrezionali. Quando si permette a queste teorie di invadere il campo giuridico si apre la strada a possibili abusi. Vorremmo anche ricordare che non abbiamo evidenze di risultati positivi sui ragazzi collocati coattivamente nelle comunità terapeutiche, soprattutto se di natura psichiatrica, anzi abbiamo segnalazioni del contrario. L’assistenza alle famiglie e ai ragazzi in difficoltà andrebbe ripensata totalmente e le soluzioni coercitive dovrebbero essere abolite perché non possono dare esiti positivi.”

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus