Crema News - Crema - False società, frode milionaria La foto è esemplificativa

Crema, 18 aprile 2024

Arresti in carcere o domiciliari e sequestri nei confronti di 12 persone e 24 società da parte della Guardia di Finanza che ha vietato anche l'esercizio dell'attività imprenditoriale. L'ordine è stato emesso dalla procura di Brescia e interessa le province di Cremona, Brescia, Bergamo e Verona.

L'accusa è associazione per delinquere costituita da un imprenditore edile di Rudiano (Bs) che opera attraverso un ufficio occulto con sede in Urago d’Oglio (Bs). L’associazione avrebbe gestito una fitta rete di società intestate a prestanome compiacenti, aventi sedi presso indirizzi inesistenti e inserite in un complesso sistema di frode che vedeva imprese specializzate nell’emissione di fatture per operazioni inesistenti, ma anche altre che lavoravano davvero e con alle dipendenze centinaia di operai edili i cui contributi previdenziali e le ritenute Irpef venivano versate in frode all’Erario attraverso la compensazione con i crediti Iva inesistenti creati con l’utilizzo delle fatture false, mentre altre società erano appositamente costituite per riciclare i proventi illeciti accumulati.

L’attività investigativa, scaturita da alcune verifiche fiscali eseguite a carico di società della provincia di Cremona ha consentito di individuare l’organizzazione criminale che dal 2018 in avanti si era organizzato per la mettere in atto gravissimi illeciti economico-finanziari.

Ciascun appartenente al gruppo criminale avrebbe avuto compiti specifici e distinti dagli altri, ma tutti erano agli ordini dell’imprenditore di Rudiano quale capo dell’associazione a delinquere e titolare di tutte le imprese. Una donna di Campagnola Cremasca avrebbe lavorato presso un ufficio occulto in Antegnate (BG), addetta alla gestione dei conti correnti intestati alle 21 imprese coinvolte mediante utilizzo delle credenziali informatiche dei numerosi prestanome, eseguendo poi, sulla base degli ordini ricevuti, le operazioni di riciclaggio consistenti nel trasferimento alla società immobiliare cremonese del gruppo di 1,6 milioni di euro, di 200mila euro ad altra società del gruppo creata appositamente per l’acquisto e il noleggio di autoveicoli di lusso, di 70mila euro per la costituzione e l’avvio di un’attività commerciale nel centro di Verona, nonché di 204mila euro per l’acquisto da un negozio di orologi Rolex in provincia di Brescia in favore del capo dell’organizzazione.

Anche un’imbarcazione di pregio, un motoscafo Riva di 15 metri del valore di circa 100mila euro, sarebbe stato intestato a una delle società edili coinvolte nella frode fiscale ma utilizzato in via esclusiva dal capo dell’organizzazione criminale.

I guadagni illeciti, così riciclati e reimpiegati, avrebbero avuto origine dal versamento dei contributi Inps e Inail e delle ritenute Irpef degli operai edili attraverso modelli F24 con l’indebita compensazione, per 5,5 milioni di euro, dei crediti Iva creati con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti infragruppo per 30 milioni di euro.

Sarebbero state intestate le quote di due società cassaforte a una holding alla stessa riconducibile; la figlia si sarebbe occupata direttamente dell’emissione delle fatture per operazioni inesistenti, mentre gli altri due componenti dell’associazione si sarebbero occupati del coordinamento dei prestanome oltre ad assumere direttamente l’amministrazione di diverse imprese.

Nel corso dell’indagine è emerso anche il nome di un imprenditore di Adro (BS), quale amministratore di fatto di due società edili intestate a prestanome, che si avvalevano delle fatture per operazioni inesistenti emesse dall’organizzazione criminale per 26 milioni di euro, al fine di evadere l’Iva per 3,5 milioni di euro e creare crediti fittizi idonei a effettuare indebite compensazioni nel versamento dei contributi degli operai per 1,5 milioni di euro. In questo caso i proventi illeciti accumulati sarebbero stati riciclati attraverso il trasferimento di tre milioni di euro a una società austriaca e a un’altra della provincia di Padova, gestite da due italiani residenti in Austria. 

La GdF sta procedendo, anche con l’ausilio di unità cinofile cash dog, a perquisizioni di uffici e abitazioni nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Padova, Bolzano, Treviso, Verona e al sequestro di 23 beni immobili, 21 autoveicoli, un'imbarcazione, 30 rapporti finanziari nonché del denaro contante e degli orologi di lusso nella disponibilità dei destinatari del provvedimento cautelare.

Sono in corso o sono stati eseguiti numerosi interrogatori di dipendenti delle società che operano nel cremasco e in provincia.