Crema, 2 aprile 2016 -

Gli attimi che salvano una vita

Lo squillo del telefono quasi diverso dal solito che interrompe ciò che stai facendo. C'è chi magari sorseggia un caffè, chi riposa sul divano o chi semplicemente chiacchiera. Tutto si ferma, tutto cambia. Cambia il battito del nostro cuore che piano piano inizia ad aumentare, i pensieri si bloccano in quell'istante. Poi, il suono delle sirene, i giri del motore che salgono, il rosso del semaforo,le auto che si spostano cercando di aprire un varco. Attimi interminabili, dove devi trovare il tempo di concentrarti e staccare da tutto ciò che ti circonda.

Quando arrivi, le sirene si spengono. Scendi, zaini e borse in spalla, inizi a salire quelle scale, dove il rumore dei nostri passi svelti viene coperto spesso dalle grida disperate dei familiari. Sai dove andare e dove trovi spesso un corpo esanime a terra. Colorito della pelle, occhi aperti; ormai una scena che hai visto tante, troppe volte e alla quale non ci farai mai l'abitudine.
Il più freddamente possibile (ma con la sensazione di una pugnalata nello stomaco) allontani i parenti, sia per farti spazio, sia per evitare che assistano a quella situazione particolare, difficile da capire e superare, nella quale nessuno mai si vorrebbe trovare.
E lì inizia la vera partita a scacchi tra la vita e la morte, dove noi siamo solo pedine. Spingi le mani su quel torace, eroghi una scarica sperando di riuscire a fare la differenza, sperando di riuscire a dare la speranza, a far tornare il sorriso in chi, per un attimo, è sprofondato in un inferno di dolore. Non siamo medici, non siamo infermieri, non siamo eroi. Siamo solo semplici soccorritori. E in quello che facciamo ci mettiamo l'anima.

Nella foto, Doriano Denti